La morte di papa Francesco non interrompe il Giubileo della Speranza, ma la sua assenza incide profondamente nello spirito del massimo evento cattolico. Infatti non c’è più il protagonista dell’Anno Santo da Lui intitolato alla speranza in un mondo di guerre, diseguaglianze e povertà, in continuo cinico aumento.
Non è la prima volta che un Papa muore durante un Giubileo. La sede vacante del soglio pontificio non sospende l’Anno Santo. A differenza di un Concilio e un Sinodo, il Giubileo procede col proprio iter già programmato. I fedeli possono attraversare le porte sante, anche senza la presenza attiva del Pontefice .
Ma senza il ‘’sorriso’’ di Francesco, che ha catturato l’amore e la fiducia di credenti e non, viene meno la spinta comunitaria a ritrovarsi per un identico fine, per un atto di fede in un mondo migliore, per la pace che fino all’ultimo respiro Francesco non si è stancato di sollecitare ai potenti.
Il Mondo per il Papa della Speranza non aveva confini. Nel suo pontificato ha visitato una settantina di Stati, che gli hanno riservato un’accoglienza senza limiti. La sua ‘’parola’’ ha raggiunto ogni angolo del pianeta, grazie anche a una riorganizzazione e a un rilancio della comunicazione vaticana nella quale ha fermamente creduto e operato.
L’onda di ‘’commiati’’ dalle istituzioni di tutto il mondo lo ha ‘’celebrato’’. Per tutti e in tutti lascia un vuoto incolmabile, perché legato strettamente alla sua persona, capace di gesti umili e risoluti, quando necessario.
Il suo ricordo, che è e sarà vivissimo, attraverserà comunque questo Anno Santo