Coronavirus: all’aeroporto di Fiumicino, mascherine e selfie

Intanto il direttore scientifico dello Spallanzani, "evitare allarmismi e discriminazioni verso i cittadini cinesi"

Dopo i primi due casi accertati in Italia, cresce la psicosi del coronavirus soprattutto all’aeroporto di Fiumicino, dove molti passeggeri e lavoratori girano con le mascherine, alcuni anche intenti a scattarsi dei selfie.

Intanto, i due turisti cinesi risultati positivi, sono ricoverati in isolamento all’ospedale Spallanzani di Roma. Un altro caso sospetto di coronavirus potrebbe essersi presentato nel trevigiano. Uno studente minorenne ha accusato sintomi influenzali e febbre dopo essere rientrato con la madre da un viaggio in Cina. Non è stato ricoverato, ma dimesso con l’obbligo di restare chiuso in casa, evitando il più possibile anche i contatti con i familiari. I medici hanno eseguito un tampone sul paziente, già inviato per le analisi allo Spallanzani.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato l’emergenza sanitaria internazionale, e l’Italia ha annunciato la chiusura del traffico aereo da e per la Cina. Sotto osservazione la comitiva di 18 cinesi che viaggiava insieme alla coppia risultata positiva al coronavirus: il pullman proveniva da Sorrento ed è stato fermato all’altezza di Cassino.

Spallazani, “evitare allarmismi e discriminazioni verso i cinesi”

“Bisogna evitare allarmismi, ma dire che non ci saranno altri casi di coranavirus, significa non guardare in faccia la realtà“. Lo ha detto il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, Giuseppe Ippolito, in conferenza stampa, per il primo bollettino sanitario sull’evolversi della condizione clinica dei due pazienti che hanno contratto il coronavirus.

Non c’e motivo “per creare discriminazione con i cittadini cinesi che sono in Italia, loro sono molto interessati a proteggersi e a interagire con il sistema sanitario nazionale”, ha concluso Ippolito.

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