Dehors sì, dehors no. Gli spazi esterni di bar e ristoranti, con i tavolini a occupare marciapiedi e, spesso, posti auto, sono stati la “salvezza” per tanti ristoratori quando in pandemia vigeva il divieto di consumare all’interno dei locali.
È innegabile che anche per molti avventori sia stata una buona notizia, poter tornare a cena fuori e riappropriarsi di un po’ della propria vita sociale. Ma l’arrivo dell’inverno – senza più il divieto di consumare all’interno dei locali – pone il tema di come gestire lo spropositato numero di dehors spuntati sui marciapiedi delle nostre città.
Così l’Osservatorio economico Fipe Confcommercio Roma ha pensato di raccogliere le opinioni di commercianti e cittadini in merito, stilando l’indagine “Il sentiment dei pubblici esercizi e dei cittadini sull’utilizzo del suolo pubblico a Roma”. Il report che è stata presentato oggi alla Nuvola dell’Eur durante l’evento “Tavolini e città” .
Secondo l’indagine, per un romano su tre l’occupazione degli spazi all’aperto rappresenta un problema sia per il passaggio dei pedoni sui marciapiedi e sia per la riduzione dei posti auto. Un sentimento che cozza con il desiderio del 56% dei romani di poter mangiare all’aperto, perché si sente più sicuro. Oltre il 70 per cento dei cittadini – inoltre – ha dichiarato che gli spazi all’aperto dei locali suscitano emozioni positive in prevalenza perché creano punti di ritrovo dove prima non c’era nulla.
Dal termine dell’obbligo della ristorazione solo all’aperto, il 44,5% dei consumatori ha preferito mangiare “solo” all’aperto, mentre un terzo dei consumatori non ha mai mangiato “fuori casa”. Gli eventi atmosferici, il vociare dei passanti e i rumori molesti sono invece i motivi prevalenti di coloro che preferiscono mangiare all’interno dei locali, rassicurati dall’obbligatorietà del green pass.
Dall’altra parte, la stragrande maggioranza dei commercianti – oltre il 75% – sperano che la deroga per i tavoli all’esterno sia estesa a tutto il 2022 e chiedono che non ci siano limiti negli allestimenti, co la possibilità quindi di continuare a occupar ance le strisce blu dei parcheggi. L’emergenza Covid, spiega il report, ha richiesto alle imprese investimenti supplementari per allestire e migliorare gli spazi esterni: il 38% ha investito tra i tre e i cinquemila euro, mentre il 45,5% meno di tremila euro. Non sono mancati, anche se si tratta di una percentuale residuale, le imprese che hanno speso oltre 10mila euro. Infine, oltre la metà dei commercianti romani (68,8%) ritiene che sia giusto ritirare la concessione di occupazione di suolo pubblico a quegli esercizi “che mettano in atto fenomeni di abusivismo, allargando l’occupazione oltre lo spazio concesso”.