Nell’intervento ‘’extraparlamentare’’ (e tanto temuto) del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha chiesto ai giornalisti di essere mediatori dell’ultimatum ai partiti di governo di tornare all’unità. Ma dopo le laconiche risposte dei vicepremier, e la successiva ‘’rottura’’ sull’emendamento della Lega che cancella per due anni il codice degli appalti, alle porte, non c’è altro, che la caduta del governo.
L’esito dei ballottaggi di Domenica prossima in numerosi Comuni, dovrebbe confermare il successo del centrodestra e soprattutto della Lega incoraggerà, come se ce ne fosse bisogno, la distanza fra i partiti di governo. Una distanza già ben evidente dalle battute dei vertici, che hanno caratterizzato la Festa della Repubblica. In particolare i due leader non riusciranno più a frenare i rispettivi partiti dall’allargare la frattura nella maggioranza e questa “faglia” segnerà inesorabilmente la crisi del governo.
Le ultime due settimane, che hanno separato le elezioni europee e il primo voto amministrativo dai ballottaggi, sono trascorse come prolungamento della campagna elettorale. I vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si sono battuti ESCLUSIVAMENTE per confermare i provvedimenti di interesse del proprio elettorato di riferimento. Fra i due litiganti, sempre più lontani dai veri problemi della nazione, il premier Conte, insieme al ministro dell’economia Giovanni Tria, ha dovuto battersi sul fronte internazionale. Il punto dolente è l’Europa e le richieste sempre più pressanti di far fronte al contenimento del deficit di bilancio E su questo argomento, per noi vitale, Conte e Tria si giocano la faccia (e la sedia) senza l’apporto “politico” dei due vicepremier. Pochi i loro annunci: disordinati, nebulosi e generici per un cambiamento delle regole europee (pare, per altro, inascoltati dalla UE). E probabilmente controproducenti.
Conte col suo senso di responsabilità e il suo estremo intervento ‘’a cuore aperto’’ ha giocato il tutto per tutto, ma solo nuove elezioni politiche potranno farci uscire da una “battaglia” elettorale che blocca e delude il Paese ormai da troppo tempo.
Si perché più passano i giorni, e nonostante la valanga di elettori corsi alle urne per salvare il Patrio suolo, di una cosa siam quasi certi: le vere capacità e culture politiche NON abitano più nei nostri seggi. “Personaggetti” che nessuno ci invidia.