Il 2024 non sarà un pranzo di gala. Torna il segno meno nelle costruzioni, dopo la corsa trainata negli ultimi anni dal Superbonus. Il che è anche una cattiva notizia per Roma, dove il settore edile è da sempre un traino all’economia. L’osservatorio congiunturale dell’Associazione nazionale costruttori (Ance), presentato questa mattina a Roma, nel 2024 prevede un calo pari a -7,4% rispetto all’anno precedente. Un crollo dovuto essenzialmente dalla caduta degli investimenti sulle ristrutturazioni edilizie, a dispetto delle previsioni di crescita dei lavori pubblici sostenuti dagli investimenti per il Pnrr.
“La fine del superbonus, della cessione del credito, il ridimensionamento e l’assenza di una politica di incentivi per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici porteranno a un crollo del 27% del mercato della riqualificazione abitativa”, spiega l’associazione. Al contrario le previsioni 2024 sul comparto delle opere pubbliche sono di una crescita del 20% pari a circa 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2023. Ma il traino del Pnrr, sottolinea l’Ance, non sara sufficiente a compensare il calo dell’edilizia abitativa.
Anche perché ci sono ancora grandi cantieri bloccati per un controvalore di nove miliardi all’interno del piano di realizzazioni previsto dal Pnrr. “Sul Pnrr c’è stata un’accelerazione nelle fasi di aggiudicazione e consegna dei lavori ma si riscontrano ancora rallentamenti nella fase realizzativa, soprattutto nelle grandi opere”.
Secondo la stima dell’Ance ammontano a circa 9 miliardi i lavori del Pnrr che non riescono a partire. Tre le cause indicate dai costruttori: problemi autorizzativi in materia ambientale, sovrapposizione di regimi normativi differenti e carenze progettuali. Inoltre, i costruttori lanciano anche un warning. ‘La riduzione di cassa conseguente alla rimodulazione del Pnrr approvata a dicembre, potrebbe generare rallentamenti nella realizzazione delle opere dovuti alle minori risorse a disposizione”.