“Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi”. Lo avrebbe detto sabato scorso Giuliano Castellino, leader romano di Forza nuova a uno dei poliziotti schierati davanti la sede della Cgil prima dell’assalto. È quanto contenuto nella richiesta di convalida di arresto della procura di Roma per i sei indagati per devastazione, occupazione di edificio e danneggiamento per l’assalto alla sede sindacale.
Al fianco di Castellino, alla testa del corteo, c’erano Luigi Aronica, Roberto Fiore. I tre sono stati arrestati insieme a Pamela Testa, Biagio Passero e Salvatore Lubrano, tutti detenuti nel carcere di Napoli, da dove sosterranno domani in teleconferenza l’udienza di convalida. “Giunti presso la sede della Cgil – si legge anche -, Castellino si rivolgeva ad un funzionario di polizia posto a protezione della sede, dicendogli: ‘lasciatece passà, dovemo entrà’. Nonostante i tentativi degli agenti di fare desistere il gruppo, Castellino si rivolgeva alla folla incitandola con gesti inequivocabili a dirigersi verso la sede sindacale. Al fine di raggiungere lo scopo i manifestanti ponevano in essere atti di violenza e aggressione nei confronti degli agenti di polizia”.
Una vera “guerriglia urbana”, così la definiscono i pm di piazzale Clodio, quanto compiuto sabato pomeriggio, sottolineando come i manifestanti, ed in particolare chi li guidava, non avrebbero voluto limitarsi solamente “a una mera azione di danneggiamento bensì ad una ben più consistente azione volta alla distruzione della sede di una istituzione costituzionalmente rilevante e più in generale alla turbativa dell’ordine pubblico” tanto che la “sfrontatezza dei manifestanti appare evidente, se si considera che pochi di loro avevano il volto travisato, né si preoccupavano di evitare di essere ripresi dalle telecamere, effettuando anzi dei propri video, trasmessi in diretta sui social. È questo il caso del video postato su Facebook da Biagio Passaro mentre si vantava insieme ad altri di essere entrati nella sede della Cgil”.
La posizione di Castellino è più volte riemersa nella richiesta di convalida tanto che gli stessi pm scrivono che “desta allarme sociale il fatto che tutti i provvedimenti adottati nel corso degli anni nei confronti di Castellino al fine di contenerne la spinta delinquenziale non hanno fin qui sortito risultato alcuno e non sono riusciti ad impedire che lo stesso proseguisse imperterrito nella commissione di reato”.