Giubileo 2025, il punto. In Vaticano protesta dei lavoratori dei Musei

Parte una class action nei confronti del Governatorato: lavoro straordinario non pagato e assenza di ammortizzatori sociali

Musei vaticani
Musei vaticani

A sei mesi dal Giubileo, in Vaticano rischia di aprirsi una sorta di vertenza sindacale.  “Le condizioni di lavoro ledono la dignità e la salute di ciascun lavoratore. È evidente la mala gestio, che sarebbe ancora più grave se fosse frutto della sola logica di ottenere maggiori guadagni”. Lo scrive l’avvocata Laura Sgrò, che rappresenta 49 dipendenti dei Musei vaticani, i quali potrebbero portare in tribunale il Vaticano con un’azione collettiva, perché chiedono di cambiare alcune normative sul lavoro all’interno della Santa Sede. Attualmente i Musei vaticani sono il sesto polo museale più visitato al mondo.

Protesta già partita due anni fa

I dipendenti vaticani avevano già protestato un anno fa quando era stato sospeso un biennio relativo allo stipendio. Una decisione presa per arginare la crisi dei conti interni, dovuti ai mancati incassi per il Covid. Ma che aveva risparmiato una parte dei dirigenti, e questo aveva comportato un certo scontento. Ora i dipendenti vaticani si rivolgono direttamente al cardinale Vergez, presidente del Governatorato, e mettono in luce tutta una serie di carenze in materia di lavoro all’interno delle Vaticano, che magari potrebbero essere sanate in vista del Giubileo del 2025.

In Vaticano assenza di ammortizzatori sociali 

 Tra i rilievi contenuti nell’istanza, la mancanza di una fascia oraria per le visite mediche fiscali in caso di malattia, il non corretto pagamento degli straordinari, gli scatti di carriera mancati (dal 2021 al 2023). Ma soprattutto, una decisione assunta nel periodo del Covid, nel quale i Musei sono rimasti chiusi, ovvero un “avviso debito d’ore” per i dipendenti rimasti forzatamente a casa durante la pandemia, che ha determinato su ciascuno “un monte ore negativo”. Per ripagarlo viene trattenuta una somma dalla busta paga “fino all’esaurimento del debito. In sostanza un effetto della mancanza di ammortizzatori  sociali, che così ha fatto ricadere il peso in modo consistente sui dipendenti.

Dialogo scarso con le rappresentanze dei dipendenti 

I 49 che hanno avviato l’azione collettiva sono in gran parte associati all’Adlv, organismo di rappresentanza dei dipendenti, non propriamente un sindacato perché questo non è permesso in Vaticano. L’Adlv aveva più volte scritto ai vertici vaticani per una conciliazione ma senza ottenere mai risposta. I dipendenti vaticani denunciano poi politiche familiari in sostanza assenti, e spesso l’applicazione di disposizioni senza consultare la base. Il Giubileo del 2025 incombe, e una vertenza di questo tipo potrebbe essere un boomerang.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014