“Vi auguro un grande Giubileo, vi auguro molta pace, molta pace. E tutti i giorni prego per voi. Davvero eh.. non è un modo di dire. Penso a voi e
prego per voi. E voi pregate per me”. Così Papa Francesco ha concluso l’omelia della messa nel carcere romano di Rebibbia dove ha aperto la Porta Santa per il Giubileo del 2025.
Una sciarpa dai detenuti
Il Papa ha salutato tutte le persone che erano all’interno e poi, prima di andare via, alcune all’esterno. All’uscita indossava una sciarpa che gli è stata donata alla fine della celebrazione a Rebibbia. Prima di andare via ha anche visitato il presepe realizzato dai detenuti nel quale è raffigurato un San Giuseppe che disegna il mondo. Francesco sta ora tornando in Vaticano dove alle 12 reciterà la preghiera dell’Angelus.
In totale 600 persone hanno seguito la cerimonia a Rebibbia
Ad accompagnare il Papa c’è anche il pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella. I presenti all’interno della cappella, tra detenuti, volontari e agenti della polizia penitenziaria, erano trecento. Altri trecento hanno seguito la cerimonia dall’esterno. Tra le autorità che hanno salutato il Papa fine della messa c’era il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente del Cnel Renato Brunetta. Presente anche il ministro della Giustizia Carlo Nordo. Lultimo atto della visita al carcere di Rebibbia di Papa Francesco, dove ha aperto la Porta santa, e’ stato il breve momento di contemplazione davanti al presepe allestito nella chiesa del Padre Nostro.