I musei si mettono in mostra. A ribaltare per la prima volta la scena facendo diventare protagonisti i contenitori del patrimonio culturale è la Fiera di Roma con “RoMe – Museum Exhibition”.
Per tre giorni direttori di strutture museali nazionali e locali, istituzioni, aziende pubbliche e private, il mondo dell’università, operatori turistici e responsabili di strutture espositive internazionali sono stati chiamati a raccolta per confrontarsi su prospettive, innovazione e nuovi scenari. Una full immersion – tra stand e corner di musei, istituzioni, fondazioni, associazioni, regioni, aziende e professionisti – con un ricco programma di incontri, conferenze, workshop, e approfondimenti specialistici con l’obiettivo di valorizzare e proteggere l’insieme di ricchezze della cultura e dell’arte. Con la partecipazione, tra gli altri, di esponenti della Commissione europea, Banca Mondiale, Ministeri, Regioni, Camere di Commercio, Fondo per l’ Ambiente, Touring Club Italiano, Federculture.
“L’Italia ha il più grande patrimonio culturale al mondo. Il nostro obiettivo è creare la più grande banca dati digitale del mondo per poi avere campi di applicazione sterminati, dalla tutela alla valorizzazione, alla creazione di nuovi linguaggi per avvicinarsi ai paradigmi cognitivi dei ragazzi” ha detto il sottosegretario ai Beni culturali Gianluca Vacca, nell’incontro inaugurale dedicato al Sistema Nazionale dei Musei.
“La digitalizzazione e l’innovazione del patrimonio culturale è un asset strategico del ministero, per questo per la prima volta è stata prevista la delega speciale che ho io” ha spiegato, ricordando che nella legge di Bilancio si stanno predisponendo risorse per 4 milioni e altre se ne troveranno nei prossimi mesi per un campo che non è solo musei ma biblioteche, archivi, siti archeologici.
Per Giovanni Panebianco, segretario generale del Mibac, questa prima Fiera dei Musei è una “iniziativa molto significativa” che mette in luce come l’innovazione e la digitalizzazione, oltre a consentire obiettivi di trasparenza e partecipazione, offrano anche l’occasione per la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. “Sono contento che finalmente ci sia una Fiera che si occupa solo dei musei e che sia a Roma. E’ molto importante avere un punto di ritrovo a cadenza annuale dove le imprese, i musei e le università che fanno ricerca in questo ambito si possano confrontare” ha detto Antonio Lampis, direttore generale dei Musei, che oggi ha incontrato i responsabili delle strutture italiane ed è impegnato da tempo alla creazione di un piano triennale per la digitalizzazione dei musei.
“Siamo al numero zero – ha aggiunto – è previsto anche un confronto con i responsabili dei musei stranieri. E’ importante che loro vengano a Roma e che l’Italia possa avere una posizione di leadership nel confronto tra pubblico e privato per lavorare con i musei”.
Nel proporre una riflessione sui dati dell’ultimo Rapporto annuale da cui risulta una crescita del 2,6 per cento della spesa delle famiglie in cultura e attività ricreative, il presidente di Federculture Andrea Cancellato ha osservato: “Siamo il soggetto che fa crescere di più il Paese nei consumi. Questo settore deve avere sempre maggiore ruolo nelle politiche del governo, del Parlamento e degli enti locali. Il problema di fondo è essere consapevoli del fattore competitivo per il Paese del mondo della cultura e delle imprese culturali. Facciamo del bene in senso lato non solo perché ci occupiamo di storia, paesaggio e patrimonio culturale, ma anche perché ci occupiamo del presente, dell’economia e tutto questo produce effetti positivi sull’occupazione e sulla reputazione del nostro Paese”.