L’accordo tra le parti è ormai stato trovato: l’Ilva è salva, con ArcelorMittal impegnatosi ad assumere fin da subito 10.700 dipendenti. In attesa che l’accordo venga ratificato dal referendum interno dei lavoratori, a commentare il raggiungimento dell’intesa è stato l’uomo che ha curato la trattativa prima dell’arrivo al Mise di Luigi Di Maio, Carlo Calenda.
L’esponente del Partito Democratico su Twitter ha commentato:”Una grande giornata per Ilva, per l’industria italiana e per Taranto.Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali.Complimenti a aziende e sindacati e complimenti non formali a Luigi Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta”. Calenda ha poi rivendicato:”Il merito dell’accordo sindacale riguarda le parti sociali. Se lo hanno ritenuto migliore di quello proposto da noi va bene così. ILVA non chiude, la gara resta valida e l’investitore è quello che abbiamo trovato noi. Una vittoria netta per i governi del Pd e per l’Italia”. (agg. di Dario D’Angelo)
C’è l’intesa fra i sindacati, Mittal e il Governo, in merito all’assunzione dei più di 13 mila lavoratori dell’acciaieria Ilva. Come annunciato stamane, 10.700 operai verranno assunti subito, e i restanti entro il 2023, nel giro di cinque anni. Il vice premier Luigi Di Maio ha confermato la fumata bianca vicina, spiegando: «Siamo all’ultimo miglio – le parole riportate dall’edizione online de La Repubblica – sono state 18 ore di trattativa in cui i protagonisti sono stati ovviamente i rappresentanti dei lavoratori, in cui si è cercato di raggiungere il miglior risultato possibile nelle .peggiori condizioni possibili».
Soddisfatte anche le numerose sigle dei sindacati presenti al tavolo delle trattative, a cominciare da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: «L’elemento importante è che non ci sono esuberi – ha spiegato – ci sarà il completo assorbimento di tutti i lavoratori a partire dalla fine del Piano ambientale e in concomitanza con la cessazione dell’Ilva in liquidazione; a partire dal 2023, quindi, ci sarà il riassorbimento dei lavoratori che non hanno avuto accesso agli ammortizzatori. Non ci sarà riduzione dei salari». Un accordo totale quindi, come voluto dai sindacati, soddisfatti per le assunzioni e per la mancata riduzione delle ore lavorative e dei salari.