Sono ricominciati i conferimenti al Tmb1 di Malagrotta nella tarda serata di ieri. La ripresa dell’impianto, non coinvolto dall’incendio che ha interessato invece il Tmb2, consentirà a Roma di uscire dal picco d’emergenza entro una settimana. Intanto, mentre la procura sta valutando di poter indagare anche per dolo, nella capitale, dal centro alle periferie si rincorrono, sui social network, le immagini di cumuli d’immondizia ammassati attorno ai cassonetti o lungo le strade. Il sindaco Roberto Gualtieri ha rassicurato: “Già da domani (oggi, ndr) la raccolta migliorerà e contiamo in una settimana di riassorbire tutto l’arretrato che si è accumulato in questi giorni difficili”. L’assessore all’Ambiente del Municipio I, Stefano Marin, però, con una lettera ha fatto appello al buon senso di residenti e commercianti, chiedendo loro di tenere in casa plastica, cartone e vetro perché in questo momento – l’incendio del Tmb2 – “è un ulteriore fattore di difficoltà che Ama non è nelle condizioni di poter gestire”.
Sabato scorso i comitati di quartiere della Valle Galeria hanno protestato davanti ai cancelli del Tmb andato a fuoco e oggi pomeriggio alle 15:30 torneranno in presidio in piazza del Campidoglio. Tra le richieste dei residenti della zona c’è quella di bloccare la realizzazione di nuovi impianti: nella vicina via di Casal Selce è infatti prevista la costruzione di un biodigestore anaerobico per il trattamento di 120 mila tonnellate di scarti organici l’anno. Gualtieri però va avanti, in questi giorni ha ribadito: “Questo ennesimo incidente rende ancora più evidente quello che diciamo da tempo: è indispensabile superare l’attuale situazione di insufficienza di impianti e sbocchi”. Il sindaco ha promesso che entro luglio presenterà un dettagliato piano sugli impianti.
Nel frattempo nell’area interessata dall’incendio le fiamme sono sotto controllo ma – ancora oggi – i vigili del fuoco sono a lavoro per gettare acqua sulle braci che covano sotto l’enorme cumulo di rifiuti. La procura capitolina ha già aperto un fascicolo e ora sta valutando le piste da seguire per risalire alle cause del rogo e ad eventuali responsabilità. L’ipotesi di dolo è il capo d’accusa che permetterebbe di ampliare le indagini a uno spettro maggiore, tuttavia per il momento restano in campo tanto la causa accidentale quanto quella dolosa. Al vaglio, secondo le indiscrezioni che circolano a piazzale Clodio, ci sarebbero alcuni video registrati dalle telecamere interne del capannone in cui si raccoglie il cdr, ovvero il composto che si ottiene dai rifiuti già lavorati: è questo il punto in cui l’incendio si è generato per poi propagarsi al Tmb2 distruggendolo. Al vaglio degli inquirenti anche l’ipotesi del disastro ambientale perché, al di là dei risultati degli esami dell’aria, resta da verificare anche il danno ambientale provocato dallo scolo dell’enorme quantità di acqua che i pompieri hanno gettato, continuando ancora a farlo, nelle opere di spegnimento.