Doveva chiamarsi “Vivo 50 ore in Lamborghini” la sfida di cinque youtuber che ieri si è trasformata in dramma. E oggi il bilancio non si conta in visualizzazioni ma con un bambino di cinque anni morto, due feriti e un 20enne indagato per omicidio stradale. La sfida – challenge nel linguaggio dei social network – avrebbe dovuto essere un’altra tra le decine pubblicate online e che contano milioni di “mi piace”. Ma il Suv su cui viaggiavano i giovani si è schiantato contro una Smart in via Aristonico di Alessandria a Casal Palocco, uccidendo un bambino di 5 anni, ferendo la mamma 28enne e la sorellina di tre anni, ora ricoverate rispettivamente al Sant’Eugenio e al Bambino Gesù.
In rete i cinque youtuber sono conosciuti come “The Borderline” e il loro ultimo video conta mezzo milione di visualizzazioni. Si chiama “24 ore su una mini zattera” e nei 12 minuti di riprese i giovani si filmano mentre trascorrono un giorno intero su una mini imbarcazione in mezzo al lago di Albano. Il canale conta 600mila iscritti e tra i video più popolari, con più di due milioni di visualizzazioni, c’è anche “Vivo 50 ore in Tesla”: registrato dieci mesi fa, il format è lo stesso della sfida di ieri.
Tra i video che contano più visualizzazioni ci sono “Affronto 10 paure estreme in 24 ore”, “10 sfide estreme per 10 mila euro”, e “50 ore in prigione di massima sicurezza”. A poche ore di distanza dall’incidente, però, dove prima gli utenti commentavano “grandi ragazzi” e “siete fortissimi” oggi regnano rabbia e sdegno. “E ora portatevi questo macigno sulla coscienza per tutta la vita… questa è la pena che vi auguro”, si legge in un commento sotto al video.
Nel frattempo, la procura di Roma ha deciso di affidare a un perito l’incarico di redigere una consulenza tecnica al fine di accertare la velocità sostenuta dal Suv mentre i vigili urbani di Roma sono al lavoro per stabilire se al momento dello schianto fosse in corso la registrazione di un video. Quello che è già certo, però, è che il 20enne alla guida della Lamborghini guidava sotto l’effetto di cannabinoidi.
“Un evento tragico e davvero spezza il cuore pensare alle vittime. Spero che si faccia luce e giustizia, rapidamente e severamente”, ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “C’è un’inchiesta in corso e quindi sarà la magistratura a esprimersi, ma pare evidente che occorre un senso di responsabilità diffuso sulla sicurezza stradale e sarebbe davvero incredibile e inaccettabile se si fossero perse delle vite per realizzare dei video”, ha aggiunto. Cordoglio e vicinanza sono arrivati da parte di tutte le forze politiche. E tra la scia di riflessioni sulla sicurezza stradale e sull’utilizzo dei social network, in Campidoglio il consigliere di Azione, Dario Nanni, ha deciso di presentare un atto per chiedere al governo e al parlamento di intervenire per vietare la diffusione di attività pericolose attraverso internet.