La Rai sospende i servizi dei corrispondenti dalla Russia

Nelle scorse ore è scoppiato un nuovo caso Innaro: "È troppo filo-Putin, lasci Mosca"

In seguito all’approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorita’, a partire da oggi la Rai – informa una nota – sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa.

Nelle scorse ore era scoppiata la polemica per le corrispondenze da mosca del giornalista Marc Innaro giudicate da molti troppo “filo-Putin”. Dopo aver sostenuto, sabato scorso al Tg2 Post, la tesi putiniana dell’allargamento a Est della Nato come causa scatenante dell’invasione in Ucraina, il corrispondente Rai da Mosca ha costruito l’intero servizio sull’assedio russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia – trasmesso nel corso dello speciale Tg2 Italia – basandosi unicamente sui dispacci della Tass, l’agenzia di stampa ufficiale dell’ex Urss. Senza riportare altre fonti, né metterne in dubbio la veridicità. Come se la propaganda del Cremlino fosse un fatto acclarato e non il frutto avvelenato di una campagna di disinformazione in corso ormai da mesi. Finiti, l’uno e l’altra, di nuovo nel mirino del Pd. Ma non solo.

Corrispondenze filorusse” che fanno “venire i brividi e la tentazione di non pagare e non far pagare il canone” al senatore forzista Francesco Giro. Sui social Andrea Romano, membro della Vigilanza e firmatario – insieme al gruppo dem in Commissione – di un’interrogazione all’ad Carlo Fuortes per sollecitare una presa di posizione dell’azienda, a rendere manifesta l’irritazione del Pd e va giù durissimo: “Cara Rai, per rilanciare la propaganda di Putin basta e avanza la Tass. Dal servizio pubblico radiotelevisivo ci aspettiamo di più”. Allegato, uno spezzone del servizio “incriminato”. Spiega il deputato dem: “Non è la prima volta che ci capita di assistere alla divulgazione di resoconti confezionati ad arte dal Cremlino come se fossero verità inconfutabili, come se quello che raccontano fonti ufficiali di Mosca fosse successo davvero”. Perciò ora occorre prendere provvedimenti. “Gli ambasciatori vengano fatti ruotare, non rimangono 15 anni nella stessa sede proprio per evitare un eccesso di identificazione col Paese nel quale vivono. Mi domando se non sia il caso di fare lo stesso con i corrispondenti Rai”. Esattamente la richiesta contenuta nell’interrogazione in Vigilanza. Alla quale, peraltro, “la Rai non ha ancora risposto”, fanno notare al Nazareno. Dove si precisa: “È nelle sedi competenti, istituzionali, che abbiamo posto la questione, non essendoci alcuna intenzione censoria o maccartista antirussa. Soprattutto nessun sentimento  antirusso. Non a caso il PD ha lanciato la  campagna Russia Is not Putin”.

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