Meteo: troppo caldo? E Milano accende i termosifoni

Un clima così, con temperature quasi estive non si vedeva da tempo. Ma la giunta milanese non se ne accorge e dà il via ai riscaldamenti: vergogna!

temperatura esterna

Continua e impazza l’ottobrata italiana. Temperature quasi estive su tutta la penisola. Ieri, domenica 15, a Milano la massima è stata di 25°. Prova ne è che tutte le autostrade che portano fuori città sono state intasate per 24h.

E cosa succede il 15 di ottobre nel calendario ambrosiano? Succede che entrano in funzione le caldaie.  La normativa/legge NON si discute e quindi via a tutto metano. Al nord siamo particolarmente rispettosi dei regolamenti: attraversiamo sulle strisce, paghiamo il biglietto dei mezzi, e non buttiamo la spazzatura a terra. Ma evidentemente non siamo in grado di leggere le temperature esterne.

Ormai da giorni Milano supera le soglie previste di inquinamento. Mattina presto e sera cala sulla città una foschia che non è nebbia ma SMOG. Il sindaco Sala, solo ora, a macchinari avviati invita a rimandare l’accensione dei riscaldamenti. E da dove comincia  la stretta virtuosa ? ma, ovvio: dalle case popolari, dalle scuole e dagli asili. Degli ospedali non si fa cenno. Mentre negli appartamenti si aprono le finestre (per non andare arrosto) i ragazzini che stanno fermi in classe per tante ore prendono le famose bronchiti di stagione!

Marco Granelli, assessore alla mobilità, ribadisce “Finchè la temperatura rimane così alta stop caldaie. Pronti a intervenire al minimo cambiamento atmosferico”. Ma che prontezza di riflessi! non potevano pensarci 2/3 gg prima? E poi si sa quel che è fatto è fatto. E gli amministratori, da quel che sappiamo, non richiamano certo indietro, al volo, i manutentori! Però…però la pensata per ridurre l’inquinamento c’è stata: da domani stop ai diesel Euro 1,2 e 3.  Gli Euro 4 non entreranno MAI PIU’ in centro e, così, la capitale d’Italia (in pectore) dimostra di dare una grossa mano all’ambiente. Le poltrone son salve i cittadini  assistono (e con rabbia) in diretta all’espressione evidentemente dello scollamento delle istituzione dalla calda realtà quotidiana.

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