Ostia: su 67 stabilimenti balneari solo 7 in regola, anche il Kursaal rischia di chiudere

Intanto il lungomare deve fare i conti con la mancanza di sabbia e cabine, portate via dalle mareggiate di questo inverno

Inizia la corsa contro il tempo per salvare la stagione balneare sulle spiagge di Ostia, scrive oggi il dorso romano de La Repubblica. Su 67 concessioni comunali a ristoranti e stabilimenti sono sette sono ancora valide, le altre sono tutte scadute.

Rischia di chiudere lo storico stabilimento Kursaal, che ha superato il milione di euro di debiti con il Municipio per canoni non pagati dal 2016. Il Tar ha respinto il ricorso contro un’altra determina, sempre firmata a fine ottobre, con cui il Municipio dispone la decadenza della concessione e la rimozione di opere senza titolo edilizio. Il problema è che dal 31 ottobre le spiagge sono gestite dal Campidoglio ma da Roma tutto tace. L’unico segnale di vita è la lettera firmata due settimane fa dal direttore del X Municipio per salutare i concessionari. “Le competenze in materia di Demanio marittimo dapprima gestite presso il Municipio X sono affidate e allocate altrove: per informazioni e riscontri occorrerà interpellare le strutture di Roma Capitale”.

Nella lettera, spiega Repubblica, il direttore del X Municipio elenca i nuovi uffici responsabili: sono otto, tra cui i dipartimenti Urbanistica, Patrimonio, Ambiente, Infrastrutture, la Sovrintendenza, un ufficio di scopo e la direzione Grandi progetti. Tutti insieme dovranno gestire le spiagge libere attrezzate con i bagnini, ma soprattutto le spiagge in concessione con i loro nodi irrisolti da anni: dovranno chiarire quali strutture sul mare sono legittime o abusive e se sono patrimonio demaniale o comunale; infine dovranno preparare i bandi sulla base del Pua, il piano di utilizzo degli arenili, che però è ancora fermo in Regione. Ma la stagione balneare, che in genere inizia fra maggio e giugno, è in dirittura d’arrivo.

Intanto con il ritorno del sole riprende vita anche il lungomare di Ostia che però deve fare i conti con la mancanza di sabbia e cabine, portate via dalle mareggiate di questo inverno. Venerdì scorso, continua Repubblica, per via delle macerie la capitaneria di Porto ha vietato il transito a piedi, la navigazione e la balneazione su buona parte della costa urbana, dal Canale dei Pescatori fino a oltre Castelfusano. Si tratta di un pezzo di lungomare di oltre due chilometri considerato troppo pericoloso: la spiaggia è un percorso a ostacoli a causa delle protezioni messe dai balneari per difendere gli stabilimenti dal mare e dai resti delle cabine. Centinaia le cabine in legno e cemento distrutte al Kursaal, Nuova Pineta, Sporting Beach: sulla battigia restano ancora i materiali di risulta.

 

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