Roma, altri 14 denunciati per saluto romano ad Acca Larentia

molti gli appartenenti a sigle della galassia dell'ultradestra romana ma anche gruppi provenienti da altre città e dall'estero

Sale a diciannove il numero dei denunciati per il saluto romano in occasione della commemorazione di Acca Larentia a Roma, l’adunata del 7 gennaio scorso a cui avevano preso parte alcune centinaia di persone e finita sotto i riflettori – anche all’estero – per le modalità in cui si è svolta, come ogni anno, la cerimonia.

Sono già oltre cento le persone identificate grazie all’analisi di foto e video, alcuni comparsi anche sui social. Ai primi cinque indagati di qualche settimana fa se ne sono aggiunti altri quattordici, ma il lavoro della Digos prosegue per risalire alle generalità di altri responsabili del gesto in quella manifestazione davanti alla ex sede Msi in via Acca Larentia. Grazie alla collaborazione con i reparti investigativi della polizia di altre città, sono stati riconosciuti altri attivisti di Casapound che, per l’occasione avevano raggiunto la capitale: nel fascicolo aperto della procura capitolina, oltre a militanti romani, figurano altri provenienti da Avellino, Caserta, Napoli, Forlì Cesena.

Tra i partecipanti alla manifestazione, culminata con la cerimonia del ‘presente’ in ricordo dell’eccidio del 1978, erano molti gli appartenenti a sigle della galassia dell’ultradestra romana ma anche gruppi provenienti da altre città e dall’estero, in particolare militanti di movimenti neonazisti russi e tedeschi. L’indagine va avanti e nel frattempo, lo scorso 18 gennaio è arrivata la sentenza della Cassazione, chiamata a sciogliere il nodo del saluto fascista riguardo a un’altra vicenda: per gli ermellini il saluto romano e la chiamata del ‘presente’ sono “un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista” che dunque “integra il delitto previsto dall’articolo 5 della legge Scelba” laddove, “avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Ma su quanto deciso hanno tagliato corto gli avvocati difensori, per i quali la Cassazione ha stabilito “che il saluto romano non è reato se mancano sia il tentativo di ricostituzione del partito fascista o i programmi di discriminazione”. La vicenda di Acca Larentia aveva suscitato anche la reazione della commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson, per la quale “i gruppi neofascisti sono un rischio e serve agire con decisione, e tutti insieme”, aveva detto ricordando Johansson ricordando che il ministro degli Esteri italiano aveva condannato l’episodio. E lo stesso aveva fatto quello dell’Interno, Matteo Piantedosi. Le immagini di quella adunata a Roma avevano suscitato persino la reazione polemica di Mosca, attraverso la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014