Dai fori laterali del portone d’ingresso si intravedono gli spazi interni della casa: buste di spazzatura ovunque, vestiti sparpagliati per terra, bottiglie abbandonate. Accanto alla porta dell’appartamento, un buco nel muro, ora coperto con la calce, è quanto resta di un tentativo di allaccio abusivo all’impianto elettrico, insieme ai segni neri del fumo, rimasti a testimoniare un principio d’incendio che ha gettato nel panico gli abitanti della palazzina. A Torre Spaccata, in via Pietro Romano, una casa popolare ha subito ben sette tentativi di occupazione in soli quattro mesi. Ora però i residenti non ne possono più e hanno chiesto all’Ater, proprietaria dell’immobile, l’assegnazione dell’alloggio.
Dopo numerose segnalazioni alle autorità, tuttavia, la preoccupazione non ancora ha superato la paura. La casa, infatti, da quattro anni è una base di spaccio, frequentata da malavitosi. Già nel 2021 era stata occupata abusivamente da una spacciatrice, che subaffittava l’immobile. “C’era un via vai a tutte le ore, non si dormiva, e si vedevano persone poco raccomandabili”, racconta una condomina che, come gli altri, vuole rimanere anonima. “Si vive tra sconforto e senso di abbandono, molti temono per l’incolumità degli anziani o dei figli, i bambini vanno a scuola sempre accompagnati dai genitori”, aggiunge un uomo sulla cinquantina, abitante del palazzo.
L’otto febbraio scorso l’immobile è stato sgomberato e l’ingresso è stato chiuso con dei mattoni dagli operai dell’Ater, sotto la vigilanza della polizia locale. Ma l’incubo non è finito. I sette tentativi di occupazione sono tutti avvenuti in pieno giorno. Gli abusivi hanno provato a sfondare l’ingresso a picconate e, nella settimana di ferragosto, si è verificato l’ultimo colpo. Prima un sopralluogo, in cui gli abusivi hanno preso le misure della porta. Poi, nel primo pomeriggio del 15 agosto, un uomo – uno straniero – ha abbattuto a picconate il muro di mattoni. I vigili urbani sono arrivati dopo ripetute chiamate, hanno redatto un verbale e sono andati via. Così il giorno dopo l’uomo si è presentato davanti alla torre condominiale con un camion da traslochi e la famiglia, una moglie e un bimbo piccolo. Dal camion sono stati scaricati una porta blindata, mobili, vestiti e masserizie. “Nelle manovre il furgone ha anche danneggiato un muretto”, spiega un residente. Sul posto, allertata dagli abitanti, è arrivata una volante della polizia che ha mediato e ha convinto la famiglia a lasciare l’alloggio.
La casa ora è sotto sequestro, all’ingresso è stata montata una porta in ferro. “Io sono in pensione e da quando c’è questa situazione non mi muovo più da casa, ho paura e so che c’è un macello dentro a questi palazzi”, racconta un’anziana sull’ottantina. “Ci siamo sentiti abbandonati da tutti, è umiliante vivere in una situazione del genere”, spiega un’altra. “Adesso sto un po’ più tranquilla ma la speranza è che l’appartamento venga assegnato o messo all’asta”, prosegue. Intanto, nel quartiere, regna il silenzio. “Come in tutte le periferie c’è il buono e il cattivo, io mi faccio gli affari miei”, commenta un anziano, saluta e si allontana tra i bambini che giocano nel parco.