Fischietti, cori e uno striscione per chiedere che non venga chiuso l’istituto Pirotta, nel quartiere Quarticciolo di Roma. Alcune decine di genitori, accompagnati dai figli, si sono radunate all’uscita dell’istituto comprensivo Luca Ghini, in zona Alessandrino, che dal primo settembre scorso ha accorpato la scuola. Sulla ringhiera dell’istituto, in via del Campo, è stato srotolato uno striscione che recita “La Pirotta non deve chiudere”, mentre genitori e bambini suonano fischietti e intonano il coro “La Pirotta, non si tocca”.
“Da tre settimane l’istituto è chiuso e noi vogliamo avere risposte sulle reali condizioni della scuola e di quando verrà riaperto, non se ne può più – ha lamentato una madre -. Abbiamo tutto il diritto di sapere cosa sta succedendo e quando i ragazzi potranno rientrare nel loro istituto”. “Non possiamo permetterci che al Quarticciolo, dove c’è la più alta dispersione scolastica di tutta Roma, chiuda l’unica scuola che c’è”, ha affermato Michele Sugarelli, del comitato di Quartiere Quarticciolo.
La scuola Pirotta è chiusa dal 13 gennaio perché è stato trovato il batterio legionella nell’acqua, motivo per cui deve essere fatta una disinfestazione. Sul sito dell’istituto, nell’ultima circolare del 24 gennaio, il dirigente ha fatto sapere alle famiglie che “nel tardo pomeriggio di ieri, il Servizio di igiene, ci ha comunicato che, alla luce delle varie analisi effettuate, da parte loro si ritiene di poter revocare le raccomandazioni / disposizioni impartite a me Dirigente Scolastico in data 10/01/2025 – disposizioni che per precauzione hanno determinato la scelta della chiusura del plesso – fermo restando l’esito dell’analisi colturale per i campioni del 20 gennaio, per ricevere i quali sono necessari dai 10 ai 15 giorni dalla data del campionamento, ovvero entro fine mese o i primi giorni di febbraio”.
Ma al di là dell’emergenza legata alla legionella, i genitori, oltre al disagio di dover accompagnare i figli nei diversi plessi dell’istituto hanno il timore che le iscrizioni possano calare al punto da far chiudere la scuola, dato che proprio in questi giorni stanno avvenendo gli open day. “Ci sono genitori che devono portare diversi figli in scuole diverse – ha affermato una madre -. In più gli open day non sono stati fatti dentro la Pirotta, e questo è gravissimo, significa che le iscrizioni caleranno. L’anno scorso dicevamo che il dimensionamento porterà il calo delle iscrizioni e il calo delle iscrizioni alla chiusura. Non vogliamo predire il futuro, vogliamo che le cose vadano diversamente. Domani incontreremo il dirigente scolastico e avremo delle risposte su quando riaprirà la Pirotta, ma il tema non è l’emergenza del momento, ma è tenere aperta la Pirotta e migliorarla”.
“La Legionella è sicuramente un problema, ma il fatto che la scuola resti chiusa per settimane durante gli open day rischia di non far iscrivere persone alla Pirotta – ha sottolineato Sugarelli -. Il governo, che ha approvato il decreto Caivano e vuole allargarlo al Quarticciolo, è lo stesso che ha dimensionato l’anno scorso l’unica scuola del quartiere. Si parla di dispersione scolastica e povertà educativa, ma queste cose si devono combattere a partire dalla scuola”, ha concluso.