Roma: Gualtieri, città è sicura. E’ davvero così?

Sindaco: “servono più azioni contro piazze di spaccio”. Relazione della DIA: nuove mafie più feroci

Gualtieri

Omicidi, colpi di pistola e sangue sulle strade. Vere e proprie esecuzioni come non si vedevano da tempo. Roma negli ultimi mesi e’ diventata la ‘Capitale della violenza’. Tra la sera di venerdi’ e quella di lunedi’, un weekend lungo, due omicidi a colpi di arma da fuoco e un accoltellato. E solo pochi giorni prima, mercoledi’ 8 marzo, a morire era stato Mihai Stafan Roman, un cittadino rumeno, freddato con diversi proiettili da due killer che sono poi fuggiti sul motorino. Una vera e propria escalation. Ma per il sindaco Roberto Gualtieri Roma “è una città sicura poiché rispetto ad altre Capitali europee registra un numero annuo di omicidi notevolmente più basso, tuttavia è necessario rafforzare le azioni di contrasto alle piazze di spaccio”. È quanto ha sostenuto Gualtieri, nel corso di una intervista a Rainews24, a seguito dei tre omicidi verificatisi a Roma in pochi giorni. “È presto per parlare di guerra di mafia, ma tre episodi così ravvicinanti destano preoccupazione e bisogna sollecitare gli interventi”, ha detto Gualtieri. “Il contrasto al traffico di stupefacenti va rafforzato – ha aggiunto -. C’è lo spaccio ma anche la clientela, ci sono nuove droghe. Siamo in campo per fare la nostra parte ma chiediamo anche il massimo impegno dalle forze dell’ordine, che già stanno facendo un lavoro straordinario, ma è necessario avere la massima attenzione”.

In questo senso sarà necessario che il governo nomini in tempi brevi un nuovo prefetto, a seguito dell’uscita di Bruno Frattasi promosso a capo dell’agenzia nazionale per la cybersicurezza. “Il mio auspicio è che i tempi siano brevissimi, serve un nuovo prefetto. Con Frattasi stavamo facendo un lavoro eccellente, stavamo concludendo due protocolli antimafia: uno per il contrasto alla criminalità organizzata e l’altro inerente alla corruzione negli appalti”, ha osservato il sindaco. Tuttavia Gualtieri ha rassicurato residenti e turisti: “Roma è una delle città più sicure, abbiamo il tasso di omicidi più basso in Italia ed Europa, detto questo va considerato che Roma è una grande piazza di spaccio e si sta operando per contrastarla” tuttavia “non stiamo parlando di una emergenza sicurezza per turisti e cittadini, ma di piazze di spaccio” in lotta tra di loro “e questa dimensione mi preoccupa: la diffusione di stupefacenti e di piazze di spaccio a Roma”, ha concluso.

Giovedì si riunirà, come ogni settimana, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: sarà presieduto dal viceprefetto vicario Raffaela Moscarella. E la seduta sarà certamente occasione per affrontare l’impennata di violenza in città. Intanto – fanno notare fonti investigative – il numero di armi in circolazione, resta un problema serio per la Capitale accanto a quello della droga. Sul primo punto, come richiesto dal sindaco, dovranno essere messe a punto attività mirate delle forze dell’ordine nel contrasto alla diffusione delle armi: a rifornire le “bancarelle” del mercato nero spesso sono i ladri di appartamento che le sottraggono a chi le detiene legalmente e le rivendono a spacciatori e trafficanti di droga. Sul secondo punto, invece, è atteso l’avvio delle attività dei servizi sociali nel contrasto alla diffusione delle tossicodipendenze.

I numeri: 12 agguati violenti e 7 morti in due mesi

A ben guardare, però, gli episodi di violenza non si fermano agli omicidi. Sono dodici gli episodi violenti – tra omicidi e gambizzazioni – verificatisi a Roma in due mesi, a partire dal 13 gennaio. Le zone interessate sono: Appio Latino, Ostia, Centocelle, Valle Aurelia, Rebibbia, Esquilino e Torpignattara.

Sabato notte a Guidonia Montecelio, comune di 88 mila e 642 anime a 26 chilometri dalla Capitale, ad essere ferito a coltellate e’ stato un 35enne colpito alle 21 in strada. L’uomo e’ stato ferito a una spalla e, dopo aver chiesto aiuto, e’ stato soccorso e accompagnato prima all’ospedale di Monterotondo e poi al Sant’Andrea. Il 35enne e’ stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Gli aggressori, un gruppo di persone, sono fuggiti via in autovettura. Sul posto i poliziotti del commissariato Tivoli che hanno sequestrato due coltelli trovati sul luogo dell’aggressione. Intervenuta anche la Polizia Scientifica. Anche in questo caso le le indagini sono in corso. Nelle settimane precedenti c’erano stati altri fatti: omicidi a coltellate – quello di Lee Michael Pon, 50 anni, avvenuto nella serata del 19 febbraio della stazione ferroviaria di Valle Aurelia e quello di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il militare ucciso a Centocelle dopo un’aggressione nella tarda serata del 10 febbraio scorso – e ferimenti a colpi di pistola: l’11 febbraio due giovani di 27 e 21 anni erano stati gambizzati a Morena e, poche ore prima, a rimanere ferita era stata una coppia di conviventi che si e’ presentata al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia: lei ferita da un colpo di pistola a un gluteo, lui all’addome. Altro grave fatto – un misto tra un omicidio mancato e un sequestro di persona mal riuscito – e’ avvenuto il 22 febbraio scorso: a perdere la vita e’ stato Francesco Vitale, trovato cadavere in strada a via Pescaglia, alla Magliana, nella Capitale. Per questo episodio sono due le persone fermate e gravemente indiziate del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso della vittima.

Una mappa degli agguati violenti a Roma negli ultimi due mesi.

La relazione della Dia

Non solo la criminalita’ organizzata tradizionale, da tempo presente a Roma e nel suo hinterland: nel Lazio acquistano sempre piu’ peso le cosiddette “nuove mafie”, ovvero “piu’ piccole consorterie criminali a carattere autonomo, anche di origine straniera” che “si gioverebbero comunque di analoghi metodi di condizionamento estorsivi e ritorsivi tipici delle formazioni piu’ blasonate e meglio strutturate”. E’ l’allarme lanciato pochi mesi fa dalla Dia nell’ultima relazione semestrale. Un allarme che sembra trovare conferma nella crescita di episodi violenti e negli omicidi degli ultimi giorni: “Talvolta – scrivevano gli investigatori – i sodalizi minori nello smodato tentativo di emergere ed acquisire rapidamente posizioni predominanti ricorrerebbero anche a modus operandi addirittura piu’ feroci e dagli esiti piu’ imprevedibili rispetto a quelli adottati da contesti di maggiore caratura criminale”.

“A questo si aggiunga – spiegava ancora la relazione – che le notevoli risorse economiche di cui dispongono le mafie tradizionali comportano necessariamente una maggiore propensione ad occupare spazi nelle piu’ remunerative aree economico-finanziarie meno esposte al costante ‘presidio’ di quelle d’origine. Diversamente le formazioni criminali piu’ piccole o quelle cosiddette autoctone anche se caratterizzate da un ‘prestigio’ criminale notevolmente inferiore rispetto alle consorterie tradizionali confermerebbero la vocazione ad esercitare il controllo criminale del territorio in maniera piu’ capillare, per quanto limitato a quartieri o comunque a spazi piu’ ristretti”. Fra i reati principali ricorrenti in questa nuova geografia criminale “spiccano l’estorsione, l’usura, la detenzione illegale di armi e, appunto, l’associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”.

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