Roma non è una città per pedoni. Questa frase, che riprende un celebre film dei fratelli Coen, descrive in maniera sommaria ma realistica la condizione di chi – nella Capitale – si muove a piedi. Tra bancarelle di ambulanti, tavolini di bar e ristoranti, motorini e pochissime aree della città completamente pedonali – a parte qualche caso isolato nel centro storico – Roma non è una città su misura per chi voglia camminare. Ma la storia che ci apprestiamo a raccontare ha qualcosa di diverso e di particolare, perché i problemi nascono proprio dal tentativo di valorizzare la mobilità sostenibile. O quantomeno quella che ambisce a scalfire il monopolio dell’auto come unico mezzo di spostamento. Siamo su Via Taranto, la strada che collega Piazza Ragusa alla porta di San Giovanni. Qui, su iniziativa dell’amministrazione Raggi, qualche tempo fa è stata stravolta la viabilità locale: sensi di marcia cambiati, una ciclabile nuova di zecca e tanti malumori dei residenti. Ma anche della sindaca che a febbraio del 2021 – a seguito di numerose proteste – ha ammesso il flop della nuova viabilità per via dell’eccessivo traffico su Via La Spezia.
Ma torniamo a Via Taranto. All’incrocio con Via Aosta e Via Monza, il nuovo assetto stradale ha generato involontariamente un mostro che rende più faticosa la vita per coloro che vogliono semplicemente ‘guadare’ la via. E qui il traffico non c’entra nulla, visto che il colpevole è il nuovo sistema semaforico che ha creato un complesso sistema di svolte che può costringere un pedone a trascorrere anche molti minuti in attesa di passare da un capo all’altro di Via Taranto. L’apice del disagio si verifica quando, ad esempio, ci si trova di fronte alla chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giuseppe Benedetto Labre e si deve raggiungere la farmacia: se si è sfortunati, si rischia di trascorrere molti minuti in attesa del verde. Con il caldo estivo che ha già raggiunto la Capitale, non proprio una prospettiva entusiasmante. Se si ha la sfortuna di dover affrontare l’ardua sfida, si possono notare le facce e le movenze sconsolate o nervose di chi sta dall’altra parte, che ha visto triplicare il tempo di attraversamento rispetto al passato per colpa di un intervento nato proprio per dare più spazio e possibilità a bici e a pedoni. Le meraviglie della mobilità capitolina.