Mobilità sostenibile

L’onda verde della ciclabilità sta investendo anche Roma. L’idea di una mobilità più green e sostenibile sta facendo breccia – non senza difficoltà – anche nella Capitale, con  l’amministrazione guidata da Virginia Raggi che ha varato un piano che porterà nella Capitale circa 150 km di piste ciclabili. Ma andiamo per gradi. A Roma, oggi, ci sono circa 250 km di  strade dedicate alle due ruote, di cui 150 su strada e 100 nelle aree verdi. Negli ultimi cinque  anni, Roma ha visto incrementare i chilometri ciclabili di dodici unità, a discapito di quelli presenti nelle aree verdi, che sono diminuiti di dieci chilometri. 

Tra le piste ciclabili storiche, troviamo la pista ciclabile ‘Tiberina’ – quella che è stata  protagonista di una polemica feroce per la sua manutenzione – circa 35 km di ciclabile che vanno da Labaro, quadrante nord di Roma, a Tor di Valle, a sud-ovest, in quella che sarebbe  dovuta essere la location del nuovo stadio della Roma.

Poi c’è la pista ciclabile che percorre  l’Appia Antica, la Regina Viarum che collegava la Roma con Brindisi, sede del porto e  fondamentale nodo commerciale con le mete greche e orientali. Questa pista inizia a Circo  Massimo e termina a Frattocchie, nel comune di Marino, per un totale di circa 17 km. Il  percorso ciclabile dell’Aniene, poi, collega Ponte Nomentano con Villa Ada, 4 km che  costeggiano il fiume Aniene e le cui diramazioni arrivano da un lato alla Stazione Nomentana, dall’altro alla Strada della Signora.

Da menzionare anche la ciclabile che va da Ponte Milvio a Villa Ada, nota anche come la ‘ciclovia della musica’ proprio per il suo passaggio in  corrispondenza dell’Auditorium Parco della Musica, in zona Flaminio. Quest’opera è lunga  quasi 6 km, attraversa Villa Glori e Monte Antenne e il suo scopo originario era quello di  collegare le già citate ciclabili del Lungotevere e dell’Aniene. Poi ci sono gli oltre due  chilometri di ciclabile che collegano Ponte Risorgimento a Villa Ada passando per la lunga  salita di Villa Borghese. Non proprio un itinerario consigliato in piena estate.

Infine, non per  ordine di importanza, vale la pena citare anche la pista ciclabile della Cristoforo Colombo,  recentemente risistemata, che collega le Mura Aureliane con la Laurentina. Recentemente la  sindaca di Roma ha annunciato la volontà di creare una strada per bici anche da Laurentina al  Raccordo, in aggiunta alla recente ciclabile del Torrino che unisce Viale Cina a Viale Egeo. Il primo maggio del 2020, poi, la sindaca Virginia Raggi ha annunciato in diretta Facebook la  creazione di un mega piano che avrebbe dotato Roma di 150 km di ciclabili “transitorie”.

Un  piano da quasi 4 milioni di euro nato con l’intenzione di dotare Roma di una sorta viabilità  “d’emergenza” in grado di decongestionare il traffico in epoca Covid. Ma utile, a livello  strutturale, anche per dotare la città di un’ulteriore offerta di ciclabili. Dove per transitorie  non si intende un carattere temporaneo delle stesse, ma il fatto che sono state e saranno  create in primis con una semplice segnaletica orizzontale, per poi man mano dotarle di cordoli  e recinzioni.  Fanno parte di questo progetto parte della Tuscolane, il Corridoio Tuscolano (di  circa 6,5 chilometri) che è stato immaginato come un trait d’union che ha consentito di  collegare Largo Brindisi, dove si trova la fermata della Metro A nonché l’attuale capolinea  della Metro C – con Piazza di Cinecittà, sfruttando i 2,3 chilometri della Ciclabile Tuscolana già  realizzati.

Le polemiche nei quartieri della Capitale

Un’opera che ha provocato un vespaio di polemiche, soprattutto per gli effetti sul  traffico che ha avuto la nuova ciclabile, in primis per la nuova viabilità di Via Taranto e Largo  Brindisi, ma anche per le restrizioni su Via Tuscolana da Santa Maria Ausiliatrice a Porta  Furba Un discorso analogo riguarda la ciclabile Nomentana. Qui, il corridoio Nomentano  intende utilizzare i 4,4 chilometri della Ciclabile Nomentana per unire Montesacro Alto con  Piazza della Repubblica, per un totale di quasi 8 chilometri. 

Ma le polemiche non mancano, visto che la promessa dell’Assessore alla mobilità Pietro Calabrese di costruire circa 3 km di piste al giorno, si è infranta con numeri ben meno  promettenti, quantificati dal portale Bikeitalia in circa 200 metri al giorno.

Nello specifico, un  check a settembre 2020,  dopo circa 4 mesi dall’inizio dei lavori annunciati da Virginia Raggi, questi risultano gli interventi realizzati: la bike lane Torrino, da piazza Cina a viale  dell’Oceano Indiano (3,8 km), il prolungamento della ciclabile Tuscolana dal Quadraro alla  Stazione Tuscolana (3 km), la bike lane Castro Pretorio, da viale Pretoriano a Porta Pia (1,4  km), il corridoio Tevere su Lungotevere Aventino (1 km) e il collegamento con la ciclabile di  Porta Portese (100 metri), la bike lane Tiburtina da piazzale del Verano a via della Lega  Lombarda (800 metri) e infine la ciclabile del lungomare di Ostia (4,5 km), per un totale  di circa 13 km rispetto ai 150 previsti in 4 mesi. 

Il GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette

L’altra grande opera forse la più suggestiva (anche se non trova l’approvazione unanime da  parte degli attivisti delle due ruote di Roma) è il GRAB.

Un Grande Raccordo Anulare delle biciclette definito dagli organizzatori “un’infrastruttura leggera e ad alta redditività  ambientale, sociale, economica e culturale, un’opera pubblica utile studiata per migliorare i  luoghi che attraversa senza aggiungere volumetrie e cemento in un territorio massivamente  edificato. Il GRAB impone finalmente la pedonalizzazione dell’Appia Antica ed è il prologo  della nascita di un unico parco archeologico capitolino dai Fori alla Regina Viarum, è una  calamita per nuovi turismi, dai cicloviaggiatori agli amanti del trekking urbano, una via car  free per la mobilità interquartiere, il raccordo attorno a cui sviluppare e cucire una vera rete  ciclabile metropolitana, il volano di interventi diffusi di rigenerazione delle periferie e di  rifunzionalizzazione di spazi marginali e degradati”. 

L’opera si appresta a entrare nella fase esecutiva dopo anni di polemiche con  l’amministrazione capitolina.

Ma il tema delle ciclabili di Roma, come si può dedurre da  questo quadro, è un magma in continuo mutamento, che da un lato è inevitabile che cresca e si  sviluppi, dall’altro subisce le resistenze e le problematiche di una città grande, complessa e  inafferrabile come Roma.

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