Saranno milioni i sampietrini a Roma. E dal 1.500 si mettono sempre allo stesso modo: uno per uno, con tanta fatica da parte dei selciatori. Il mestiere lo si impara sui libri di scuola e tanto meno a un corso di formazione. E così ha fatto Giovanni (il nome è di fantasia, ndr), che abbiamo incontrato su uno dei cantieri di Roma. Ventisei anni chinato sul suolo, ventisei anni durante i quali ha imparato tutti i trucchi del mestiere.
I sampietrini arrivano dalle cave ai piedi dei Colli Albani, ma anche da varie zone vulcaniche in tutto il paese. Costano, in media, 1 euro ognuno.
Il sito sampietrino.it dice che “ i primi ‘selciati appaiono nella tradizione romana in età abbastanza moderna: inventati nel Cinquecento per far scivolare meglio le carrozze, poiché in grado di essere levigato dall’attrito dei carri, hanno preso il nome di ‘sanpietrini’o “sampietrini” perché i primi furono messi appunto in piazza San Pietro.
“Papa Sisto V nel 1585 li usò per la prima volta, mentre Clemente XII Corsini nel 1736 ne fece largo uso sulle strade dei rioni (allora ancora 14) e su via del Corso, dove nei giorni delle corse venivano ricoperti con sabbia e trito di tufo – dice ancora il sito – L’uso del sampietrino per lastricare le strade soprattutto di Roma si fa via via più frequente nei secoli XVII e XVIII. Con l’Unità d’Italia il sampietrino diventa un materiale molto richiesto”
Le varie amministrazioni del Campidoglio hanno più volte tentato di abolirli, per sostituirli con colate di asfalto, ma puntuali sono arrivate le polemiche, come nel caso della Formula E all’Eur. La manutenzione però è fondamentale, e allora per proteggere i tratti più trafficati, soprattutto dai bus, sotto ai sampietrini è stata posta una gettata di cemento. Insomma, i tempi passano, ma questa pavimentazione rimane uno dei marchi tipici di Roma.