L’avvento del governo Draghi ha portato non pochi sussulti nel M5S che sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili con la raffica di espulsioni annunciate nei confronti di senatori e deputati del Movimento che non hanno votato la fiducia al “governissimo” voluto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un momento difficile che vede i pentastellati spaccati al loro interno sia a livello nazionale che capitolino.
Non è un mistero che la autocandidatura di Virginia Raggi a correre per la seconda volta per riconquistare la fascia tricolore non è stata ben accolta da alcuni settori dei cinquestelle (in particolare quelli che fanno riferimento alla capogruppo alla Regione Lazio, Roberta Lombardi) che puntano a rinsaldare l’asse con il Pd e LeU con una candidatura comune che sarebbe stata individuata in Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia nel governo giallo-rosso di Giuseppe Conte.
In questo momento di forte fibrillazione, per evitare una “notte da lunghi coltelli” nel Movimento, Beppe Grillo ha deciso di intervenire pubblicamente a sostegno della Raggi con un “aridaje” subito ripreso da Luigi Di Maio. È indubbio che questa presa di posizione ha reso in pratica più solida la candidatura della sindaca uscente, il che complica non poco la situazione nel Pd. Un proprio candidato, ovvero Gualtieri come appare al momento, si troverebbe nella morsa rappresentata dalla Raggi e da Carlo Calenda, che nella Capitale può contare vasti consensi. Una corsa a tre che potrebbe riservare grosse sorprese per il ballottaggio.
Il centrodestra, dal canto suo, con la frattura che si è registrata con la nascita del governo Draghi, con Lega e Fi nell’esecutivo e FdI all’opposizione, sia pure “patriottica”, tarda a trovare un’intesa su un candidato comune. Mattero Salvini e Silvio Berlusconi spingono forte su Guido Bertolaso mentre Giorgia Meloni non ne vuole sapere puntando a quanto pare su Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito sportivo. Una posizione di stallo che si sta protraendo da troppo tempo e che, se si votasse nei tempi stabiliti, ovvero tra fine maggio e primi di giugno, potrebbe pregiudicare le possibilità di vittoria del candidato del centrodestra.
Anche per questo, forse, a prescindere dalla diffusa presenza in Italia del Covid-19 e delle sue varianti, Lega e Forza Italia non sarebbero dispiaciute se la scadenza elettorale delle amministrative, che a livello di grandi città interessano, oltre a Roma, anche Milano, Torino, Napoli e Bologna venisse prorogata al prossimo autunno (molto probabilmente ad ottobre).
E ciò permetterebbe di individuare con più calma i propri candidati e di fare un’adeguata campagna elettorale. Entro la prossima metà di aprile la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dovrebbe prendere una decisione. È molto probabile che ci sia lo slittamento, anche perché alla nascita del governo Draghi ha contribuito non poco il monito del Quirinale sul grosso rischio rappresentato da elezioni politiche anticipate in un momento di grave crisi sanitaria a causa della pandemia, che ancora vede la Penisola con un vestito da Arlecchino.