Terrorismo: è morto a Roma l’ex di Ordine Nuovo Pierluigi Concutelli, uccise il giudice Occorsio

Aveva 79 anni. Era stato condannato all'ergastolo Dopo Ordine nuovo la scelta della lotta armata

E’ morto oggi a Roma Pierluigi Concutelli, 79 anni, esponente del movimento di estrema destra Ordine Nuovo. In base a quanto riferisce il suo difensore, l’avvocato Emilio Siviero, Concutelli, che era malato da tempo, si è spento nella sua abitazione di Roma dove si trovava agli arresti domiciliari. Il terrorista stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio, ucciso sotto la sua abitazione romana il 10 luglio del 1976. Nato a Roma ma e’ cresciuto in Sicilia dove si e’ avvicinato alla politica nella facolta’ di Agraria dell’Universita’ di Palermo legandosi agli ambienti del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese. Dal 1971 inizia la sua frequentazione con gli estremisti di Ordine Nuovo, il movimento politico poi sciolto dal ministero dell’Interno nel 1973. Concutelli passa alla clandestinita’ a seguito di un ordine di arresto del 1975 nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento per autofinanziamento di un banchiere leccese, Luigi Mariano.

Mentre e’ in liberta’ vigilata partecipa anche alle elezioni comunali di Palermo presentandosi nelle liste del Movimento Sociale Italiano ma non venendo eletto. A Roma entra in contatto con ambienti eversivi di destra e partecipa ad una riunione ad Albano laziale dove si ipotizza la fusione, poi non andata in porto, di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo. Insieme a Stefano Delle Chiaie di Avanguardia Nazionale passera’ anche un periodo in Spagna per appoggiare azioni in opposizione ai baschi dell’Eta. E’ quando rientra in Italia che organizza e mette in atto l’attentato al giudice Occorsio che nella capitale era impegnato in indagini sul mondo dell’eversione ‘nera’. L’attentato venne compiuto personalmente da Concutelli insieme ad un altro estremista di destra in via del Giuba, nel quartiere Africano di Roma, mentre il magistrato sta per mettere in moto la propria autovettura, una Fiat 125, per andare a Piazzale Clodio per una normale giornata di lavoro. Sul corpo senza vita del giudice all’interno della vettura i terroristi lasceranno alcuni volantini di rivendicazione dell’attentato: “La giustizia borghese si ferma all’ergastolo, la giustizia rivoluzionaria va oltre. Il tribunale speciale del Mpon ha giudicato Vittorio Occorsio e lo ha ritenuto colpevole di avere, per opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica perseguitando i militanti di Ordine Nuovo e le idee di cui essi sono portatori”. Concutelli verra’ poi arrestato con un blitz delle forze dell’ordine in un’abitazione dove si nascondeva in pieno centro storico di Roma.

In carcere, a Novara, nel 1981 si rende protagonista di un altro crimine sanguinario uccidendo insieme a Mario Tuti, un altro estremista di destra, Ermanno Buzzi, strangolato con dei lacci da scarpa durante l’oria d’aria perche’ sospettato di essere un confidente dei carabinieri. L’anno successivo il copione si ripete e Concutelli uccide, sempre durante l’ora d’aria e sempre nel carcere di Novara, con una garrota Carmine Palladino, anche lui sospettato di voler rendere dichiarazioni agli inquirenti. I Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, di Giusva Fioravanti progettarono anche la fuga di Pierluigi Concutelli: l’evasione sarebbe dovuta avvenire mentre Concutelli veniva trasferito dal carcere di Trani a quello di Taranto dove doveva prendere parte ad un’udienza per un processo. Nel 2009 e’ stato colpito da un’ischemia cerebrale che ha portato ad un allentamento delle misure carcerarie fino alla sospensione della pena per motivi di salute del 2013. Fece molto discutere nel 2008 la sua apparizione nel programma di La7 ‘Ndp, Niente di personale’ di Antonello Piroso, per la sua unica intervista televisiva a seguito della pubblicazione del libro autobiografico, scritto insieme a Giuseppe Ardica, “Io, l’uomo nero”. In quell’occasione Concutelli disse di non pentirsi per quello che aveva commesso ma parlo’ di ‘rammarico’ per concludere: “Io sono stato un assassino e in quanto tale resto un assassino”.

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