Stamattina sono ripresi i trasferimenti dei nomadi dal centro di accoglienza di via dei Codirossoni a Torre Maura, periferia di Roma teatro di accese proteste dei giorni scorsi. Sulle quali oggi interviene anche l’Anpi provinciale di Roma che chiama a raccolta i cittadini e le associazioni per un presidio domani a piazzale delle Paradisee, per arginare “le idee, i sentimenti e le azioni razziste e intolleranti fomentate da gruppi fascisti”.
A lasciare la struttura sono state circa dieci persone suddivise in due gruppi. Secondo quanto si è appreso da fonti del Campidoglio, i trasferimenti proseguiranno per tutto il giorno. All’interno della struttura ci sono ancora una ventina di rom ma i trasferimenti potrebbero completarsi in giornata.
Intanto l’associazione dei partigiani ha diffuso una nota nella quale chiama a raccolta movimenti, sindacati e organizzazioni democratiche, invitandoli – “di fronte al clima di odio e di violenza che sta sempre più prendendo piede, soprattutto nei quartieri problematici e periferici come Torre Maura, come dimostrano i fatti accaduti recentissimamente” – insieme a tutti i cittadini al presidio che si terrà il 6 aprile 2019 in piazzale delle Paradisee dalle ore 10. “Roma, Medaglia d’Oro al Valor Militare per i fatti della Resistenza, arginerà le idee, i sentimenti e le azioni razziste e intolleranti fomentate da gruppi fascisti, perché Roma era, è e sarà sempre antifascista”, si conclude la nota.
La chiamata dell’ampi è anche una riposta al sit-in organizzato sempre per domani da Casapound in via Codirossoni, che si trova poco lontano (meno di 500 metri) dal piazzale delle Paradisee.
Intanto le Associazioni Aizo (Associazione Italiana zingari oggi, sezione romana), Cittadinanza e Minoranze, “Rete Fiore” e il movimento delle Donne in Nero di Roma, “denunciano le violenze contro i rom verificatesi a Roma, nel quartiere di Torre Maura e le responsabilità dell’Amministrazione capitolina”.
“Torre Maura – scrivono – è una periferia degradata di Roma. Una periferia, dove servizi, infrastrutture, trasporti, raccolta di rifiuti, sono a dir poco carenti; dove l’amministrazione comunale è pressoché assente, così come le istituzioni per il controllo sociale; dove la popolazione vive in situazioni economiche difficili; dove gli abbandoni scolastici si registrano già nelle ultime classi delle elementari; dove il disagio sociale,che esaspera gli abitanti, si trasforma in rabbia, fagocitata dall’estrema destra di CasaPound che gode del bene placido delle destre governative”.
“I rom di Roma – proseguono le associazioni – ghettizzati nei campi, sempre più emarginati dalle amministrazioni pubbliche a cominciare da quelle del Governo Centrale; lontani dai centri abitati, rifiutati ed esclusi, sono considerati come una peste, al pari del razzismo nazista. Attualmente i rom stanno subendo la politica ostracista con la chiusura dei campi; con interventi che non consentono loro alternative valide di inserimento”.
Le Associazioni Cittadinanza e Minoranze “Rete Fiore”, Aizo sezione romana e il Movimento delle Donne in Nero di Roma, denunciano quanto accaduto in questi giorni, “frutto della irresponsabilità politica”, e sollecitano l’apertura di un tavolo governativo in vista di una risoluzione dei problemi dei rom e dei sinti. Le Associazioni ritengono urgente e improcrastinabile varare un piano di inserimento dei rom e dei sinti, concertato tra i rom e la cittadinanza che deve accoglierli.