Trenta, mio marito ha presentato rinuncia per la casa

“Pur essendo tutto regolare”, precisa l’ex ministra. Intanto ieri la procura militare di Roma si è mossa per accertare eventuali irregolarità

l'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta

“Mio marito, che è il titolare dell’alloggio, pur essendo tutto regolare e non essendoci nulla che ci debba far sentire in imbarazzo, per salvaguardare la serenità della famiglia, sta presentando istanza di rinuncia per l’alloggio, l’ha già fatto .Spero che questo atto di amore serva a tacitare la schifezza mediatica che è caduta su di me”. Lo ha detto intervistata da Radio 24 l’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta.

Intanto ieri la procura militare di Roma si è mossa per accertare eventuali irregolarità nella vicenda dell’alloggio di servizio dell’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta.

Sempre ieri, il leader M5S Luigi Di Maio aveva definito “inaccettabile” che Trenta mantenesse la casa. E attacchi all’ex titolare della Difesa erano arrivano anche da Pd e Forza Italia.

Lei si era difesa dicendo che “ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla? Io avevo bisogno di un alloggio più grande”. Il consorte è il maggiore dell’Esercito, Claudio Passarelli, addetto alla segreteria del Segretario generale della Difesa – Direttore centrale degli armamenti, generale Nicolò Falsaperna. A lui – sostiene su fb l’ex ministra – è passato l’alloggio di servizio al centro di Roma (zona San Giovanni) in precedenza assegnato come alloggio di rappresentanza a Trenta, che aveva tre mesi di tempo dalla cessazione del suo incarico di Governo per lasciarlo.

L’apertura di un fascicolo d’indagine, spiega il procuratore militare Antonio Sabino, è un “atto dovuto” dopo le notizie di stampa; al momento non ci sono né indagati né ipotesi di reato. “Faremo tutti gli accertamenti del caso – aggiunge – per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo”.

Al momento si tratta di una indagine, ribadisce, di puro carattere conoscitivo. E della vicenda potrebbe occuparsi anche la magistratura ordinaria, visto che un esposto è stato presentato alla procura di Roma dal Sindacato dei militari per chiedere di “esperire tutti gli accertamenti del caso in ordine alla individuazione di tutte le possibili fattispecie di reato che dovessero essere individuate”.

 

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