Lorenzo D’Albergo per Repubblica Roma
Ristrutturare, accorpare e razionalizzare per trovare un nuovo equilibrio. La rivoluzione del vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo è tutta nelle “linee operative” approvate dalla giunta M5S appena prima di Capodanno. Il piano —nove pagine tra storia e proiezioni future — ridisegna l’assetto degli enti, delle aziende e delle società che per conto del Campidoglio ogni anno offrono ai romani e ai turisti centinaia di concerti, pièce teatrali, mostre e proiezioni.
Tre le aree di intervento individuate dal nuovo numero 2 di Palazzo Senatorio: l’azienda speciale Palaexpo, la fondazione Musica per Roma e l’associazione Teatro di Roma entro il primo aprile cambieranno volto. Prima le note dolenti. Perse le Scuderie del Quirinale (il 31 marzo finirà la collaborazione con la Ales Spa e le sale davanti alla presidenza della Repubblica saranno affidate al Mibact), Palaexpo si prepara a fare man bassa di spazi espositivi: il piano di Bergamo assegna le due sedi del Macro di via Nizza e di Testaccio, la Pelanda ed “eventualmente” anche il museo dell’Ara Pacis all’azienda che ora ha in gestione la Casina delle Rose e un palazzo delle Esposizioni, quanto mai spoglio.
Dopo la chiusura della Quadriennale, in via Nazionale bisognerà attendere almeno un altro mese prima di poter visitare una nuova esposizione. Chiaro, allora, l’obiettivo dell’esecutivo grillino: concentrare in un unico ente — magari tagliando i costi dei diversi cda — una proposta culturale per ora frastagliata e dare continuità alle mostre, agli eventi e alle esposizioni organizzate in casa o in arrivo dall’estero. Fondamentale, nella riorganizzazione studiata dal Campidoglio, la collaborazione tra Palaexpo e il sistema delle biblioteche per la “promozione e la diffusione della cultura e dell’arte contemporanea”.
Anche Musica per Roma suonerà uno spartito diverso. Non solo all’Auditorium: la fondazione dovrà occuparsi della programmazione della Casa del Jazz, ora affidata al Palaexpo. Altra operazione ipertrofica al Teatro di Roma, che oggi ingloba i teatri Argentina e India. Già a caccia del nuovo cda con un avviso pubblicato sul sito del Campidoglio, la giunta Raggi affida all’associazione il compito di promuovere attraverso una serie di bandi “l’autonoma programmazione e gestione” delle ex scuderie di Villino Corsini, del Silvano Toti Globe Theatre, del teatro biblioteca Quarticciolo, del teatro di Tor Bella Monaca, del teatro del Lido e del palcoscenico di Villa Torlonia. Nella delibera, a sorpresa, non si fa menzione del teatro Valle. Ma la strada per l’ex sala occupata è ormai segnata: bando e ristrutturazione. Al direttore Antonio Calbi, forte dei buoni numeri collezionati negli ultimi anni, il compito di restituirlo alla città nel pieno dell’agibilità.
Conclusione dedicata a Zètema. Sarà rivisto il contratto di servizio: nuovo format. O meglio, ritorno al passato. La partecipata della cultura tornerà a essere solo e soltanto una società di servizi a disposizione del Campidoglio. Da ridefinire e ricollocare le sinergie e le risorse (umane ed economiche) della Sovrintendenza capitolina e del dipartimento Attività culturali. E gli eventuali risparmi? Per non sconfessare la paternità pentastellata della riorganizzazione, quelli derivanti “dall’efficientamento di gestione” verranno reinvestiti nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale capitolino.