Non era un mito di oggi ne’ la classica diva.
La morte di Anna Maria Ferrero (Roma 1934) però ci riporta ad una dimensione più “umana” del cinema e del teatro negli anni a cavallo fra i 50 e i 60. Gli anni del dopoguerra, delle poche risorse ma del grande entusiasmo e fiducia nella rinascita. Così una giovanissima Anna Maria viene notata, casualmente, mentre è a spasso con la mamma e da quel preciso momento comincia la sua avventura.
Porta sugli schermi una ventata di grazia e di estremo fascino. Una serie di ruoli di fanciulle misere e sfortunate che proprio per la grazia innata incontrano il favore del grande pubblico. “Cronache di poveri amanti” è sicuramente un esempio eclatante e riuscitissimo.
Tanti film e tutti con registi famosi: Lizzani, Monicelli, De Sica fino ad Antonioni. Una lunga storia con Vittorio Gassman, negli anni 50 e poi di nuovo copioni, macchine da presa e palcoscenici.
Poi improvvisamente l’Amore che cambia tutta la vita e la carriera. Nel 61 sul set del film “L’oro di Roma” incontra Jean Sorel. Bellissimo. Impossibile sfuggire alla trappola dei suoi occhi e di quel sorriso un po’ guascone. Il matrimonio nel 1962 e la scelta inconsueta e difficile di abbandonare le scene.
E’ per far posto all’ Amore se Anna Maria Ferrero non è così familiare e presente nei ricordi di molti. Ma chi sceglie i sentimenti veri e lascia da parte la notorietà (comunque effimera) merita un red carpet tutto suo!