Cultura: ex Mattatoio, appello degli artisti al Comune: “Mantenere in vita gli spazi della Palanda”

Quello che chiedono i firmatari è un confronto costruttivo sulla carenza a Roma di spazi culturali dedicati alla formazione, al sostegno e alla diffusione delle arti contemporanee in città

Continuare a tenere in vita gli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio a Roma “che hanno inspiegabilmente interrotto il progetto sulle arti performative avviato nel 2019”. Questa la richiesta contenuta nella lettera di numerosi artisti e operatori della cultura sul futuro delle attività culturali negli spazi della Pelanda all’ex Mattatoio e indirizzata al Comune di Roma, all’assessorato alla Cultura, all’azienda speciale Palaexpo e alla cittadinanza.

“La situazione è preoccupante, perché si tratterebbe di una nuova grande ferita per la Capitale – si legge in uno dei passaggi -, destinata a perdere un altro spazio dedicato alla cultura e alla ricerca. Quello che chiedono i firmatari è infatti un confronto chiaro, esaustivo e costruttivo sulla carenza a Roma di spazi culturali dedicati alla formazione, al sostegno e alla diffusione delle arti contemporanee in città, proprio a cominciare dall’interruzione del progetto dedicato alla ricerca artistica sulla performance alla Pelanda dell’ex Mattatoio. Questa brusca interruzione si affianca a una grave situazione di incertezza di altri spazi, come quelli del teatro di Roma e in particolare del Teatro India e lascia un vuoto che contribuisce ad alimentare la visione di Roma come di una città incapace di mettere a sistema iniziative di produzione e formazione culturale avanzata e interdisciplinare, luoghi di residenza dedicati alla ricerca artistica contemporanea”.

“Una città – riporta ancora la petizione pubblica – incapace di rispondere alle esigenze delle comunità che la abitano, comunità che nell’ambito dell’arte contemporanea sono sempre più numerose, trasversali e appassionate”. Ieri è arrivata la risposta dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor. “Accolgo con attenzione la vostra lettera-appello che manifesta ulteriormente la vivacità del dibattito e l’utilità di un confronto tra noi. Considero, infatti, un segnale positivo che una comunità di persone (artisti, intellettuali, osservatori e partecipanti d’eccellenza alla vita culturale di Roma) si trasformi in una voce collettiva in difesa dell’attività svoltasi negli anni trascorsi nell’area dell’ex Mattatoio. Non poteva esserci migliore testimonianza di quanto la nostra città sia un sistema sociale grande e stratificato, con una capacità di propulsione culturale in grado di generare senso di comunità e legami di solidarietà anche al di fuori dai circuiti ufficiali e accademici. Provo a rispondere, quindi, con il massimo rispetto per le vostre osservazioni e critiche. Sono consapevole – scrive Gotor – che il merito principale dei progetti culturali che si sono svolti presso gli spazi del Mattatoio negli ultimi anni è stato quello di coniugare un’innegabile dimensione internazionale con l’esplorazione di linguaggi sperimentali originali e innovativi. Si è trattato di un lavoro ancora più meritevole se si considera il fatto che in parte è stato condotto in un periodo di emergenza sanitaria di una gravità inedita e anche per questo desidero ringraziare in questa sede e dopo averlo fatto di persona, tra i tanti, l’ex presidente del Palaexpo Cesare Pietroiusti e Ilaria Mancia”.

“Sono certo – prosegue Gotor – che i nuovi vertici del Palaexpo nominati, come imposto dallo statuto, dopo le elezioni del 2021 abbiano ben chiaro che questo patrimonio culturale ereditato dai loro predecessori merita di essere preso in considerazione all’interno del percorso di elaborazione delle nuove linee dell’attività culturale che stanno definendo. A me spetta solo il compito di garantire la loro piena autonomia di lavoro e di programmazione e nella scelta di nuove figure cui affidare i progetti che stanno elaborando, a partire dalla convinzione che nessuno ha il monopolio della sperimentazione e dell’innovazione una volta e per sempre. Anzi, l’avvicendarsi di diverse personalità nella costruzione di un programma culturale è una buona base di partenza per provare a garantire risultati originali e innovativi, come è accaduto, ad esempio, durante la scorsa amministrazione al Macro, dove al progetto Macroasilo ideato e curato da Giorgio De Finis subentrò il Museo per l’immaginazione preventiva ideato e curato da Luca Lo Pinto. L’attuale direzione del Palaexpo ha deciso di chiudere una parte dei progetti collegati alle arti performative come era suo diritto fare. Ciò non significa che essi non siano stati ben condotti e non abbiano ricevuto una buona accoglienza da parte della comunità nazionale e internazionale e un discreto successo di pubblico, ma è prevalsa la volontà di sperimentare strade nuove e personalità diverse con l’obiettivo e la sfida di migliorare quei pur positivi risultati conseguiti. Nel vostro appello c’è scritto che non esiste una programmazione per gli spazi della Pelanda e desidero rassicurarvi in merito”.

“Anzitutto – sottolinea Gotor – perché alcuni di questi progetti, da voi stessi citati nella lettera, sono stati confermati in continuità con il passato. Mi riferisco alle attività promosse da Short Theatre (settembre 2023), da Roma Europa Festival (settembre-novembre 2023) e dal Festival di Nuova consonanza (dicembre 2023). Sono state inoltre riprese le collaborazioni con Arf Festival del fumetto (maggio 2023), un’esperienza che negli anni precedenti era stata allontanata dal Mattatoio, e con Spazio Griot (giugno-luglio 2023). A queste iniziative se ne aggiungeranno di nuove: al Mattatoio si terrà Iperfestival, un appuntamento connesso alle attività del Rif-Museo delle periferie (giugno 2023) e, a partire dalla fine del mese scorso e a più riprese durante il 2023, si articolerà la collaborazione tra l’azienda speciale Palaexpo e l’accademia drammatica Silvio D’Amico mirata alla realizzazione di alcuni progetti didattici e di spettacoli (febbraio-aprile 2023) alla Pelanda, guidati rispettivamente da Giorgio Barberio Corsetti e Antonio Latella, su cui colgo l’occasione per fornirvi ulteriori informazioni. Il primo progetto Non è il mio cuore a perdersi, ma il mondo che lascio è volto allo studio di tre testi di Pier Paolo Pasolini, messi in scena dagli allievi registi del II anno: Studio su Porcile (allievo regista Sergio Biagi); Studio su Histoire du soldat (allieva regista Giulia Funiciello); Studio su Pilade – Appunti da un’Orestiade pasoliniana (allievo regista Mattia Spedicato). Il lavoro si concluderà con uno spettacolo itinerante aperto al pubblico pensato appositamente per gli spazi della Pelanda dal 17 al 19 marzo 2023. Il secondo progetto, che si svolgerà ad aprile, è dedicato alla messa in scena del Male Sacro di Massimo Binazzi, saggio del III anno di recitazione del diploma accademico di primo Livello, per la regia di Antonio Latella (Teatro 1), con apertura delle prove al pubblico a ingresso gratuito il 27-28 aprile 2023. Contemporaneamente nei due foyer della Pelanda, saranno in prova gli spettacoli vincitori del Premio Camilleri della scorsa edizione: Il supermaschio, con la regia di Marco Corsucci e Parole Morte Comunque, con la regia di Diego Parlanti, sempre sotto la guida di Latella quale tutor del progetto”.

“Si ribadisce, inoltre – aggiunge Gotor -, l’obiettivo di sviluppare una visione aperta all’attivazione di residenze e alla produzione di nuove opere, anche di giovanissimi autori nell’ambito della performance e delle arti in genere, alimentando, proprio come avete scritto nella vostra lettera, e ne sono convinto anche io, ‘una formazione continua, diffusa e inter-generazionale, che ha permesso di ampliare, progressivamente e continuativamente, il bacino di utenza degli spazi e la ricaduta positiva sulla città’. Anche lo spazio delle mostre prevede una programmazione assai promettente. Si pensi alla rassegna Vita Dulcis, co-curata dall’artista Francesco Vezzoli e dall’archeologo Stéphane Verger, in cui arte contemporanea e cinema dialogheranno con la statuaria proveniente dal Museo nazionale Romano. Oppure a quanto è accaduto con la mostra appena conclusa Plinio De Martiis Roma William Klein, allestita in uno dei Padiglioni del Mattatoio, dove sono state affrontate le immagini scattate a Roma negli anni Cinquanta da due fotografi: l’acclamato Klein e De Martiis, celeberrimo gallerista romano, ma anche straordinario e poco noto fotografo che questa iniziativa ha contribuito a far conoscere al grande pubblico. La qualità di una iniziativa, come sappiamo, non può essere misurata solo con il metro del riscontro economico e tra i principali compiti di un’amministrazione pubblica vi è quello di gettare nuovi semi affinché il terreno continui a germogliare. Anche per questa ragione credo sia opportuno da parte dell’Assessorato alla Cultura di Roma e dell’istituzione azienda speciale Palaexpo continuare a confrontarsi senza pregiudizi con i firmatari dell’appello per capire insieme quali interlocuzioni ed eventuali collaborazioni potranno essere possibili nel comune interesse della città di Roma e della sua vita culturale”, conclude Gotor.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014