Non avremo mai pensato di ascoltare il silenzio inconcepibile di questo momento. Il mondo sta vivendo un’avventura alla quale nessuno era preparato.
Ma chi è allenato a vivere il “vuoto” e il silenzio ora può affrontare con minor sorpresa questi momenti e caricarli anche di spunti meditativi.
L’esempio ci viene da una donna, Carla Perotti* che ha scelto di attraversare fascinosi deserti in solitaria. Carla ha sempre avuto la compagnia di un telefono satellitare, gli approvvigionamenti ad orari e luoghi pianificati (ma solo se tutto andava bene) e un carico studiato per essere il più leggero possibile, durante il giorno, per trasformarsi con l’arrivo del buio nella sua tenda, come un, rifugio.
L’organizzazione accurata e precisa somiglia a quella di altri viaggiatori/vagabondi.
Carla Perotti ha attraversato il deserto Tenerè in Niger , il deserto del Kalahari, in Botswana, ha affrontato la traversata del deserto del Taklamakan in Cina e il Simpson Desert in Australia.
Leggendo i suoi libri si comprende come la sintonia totale tra la donna e il deserto sia stato il motivo del successo delle sue imprese.
Possiamo trovare anche noi questa sintonia con ciò che ci sta minacciando?
Una notte quando è entrato nel buio della tenda un enorme ragno o ha corso il rischio della puntura mortale degli scorpioni o quando stava per cedere alla stanchezza ed ogni duna pareva un ostacolo insormontabile e il timore di mancare l’appuntamento che le garantiva la sopravvivenza si faceva tangibile, solo in quei momenti è scattato il senso del pericolo
Il racconto di come ogni disagio, ogni paura, ogni fatica possa essere superato, vissuto e interiorizzato sono i momenti che ci fanno capire come tutto debba essere affrontato con nuovo e salvifico coraggio
Credo che oggi, in questa grande avventura che ci ha cercati e che certamente non pensavamo mai di essere capaci di gestire, possiamo dire di sentirci tutti un po’ eroi.
Leggere i libri di questa donna, dalle esperienze estreme e solitarie, può aiutare a vivere questo momento così epico e assoluto come sono i deserti descritti nei giorni e nelle notti dell’infinità e della solitudine.
Capiamo che solo interiorizzando l’attimo lo possiamo “destrutturare” e farne un’esperienza che, alla fine, modificherà in meglio il nostro sguardo sul mondo e sulla vita. E come dice Carla:”Nel dolore e nella sofferenza fisica ho imparato che la vita va vissuta intensamente con gioia e serenità. Ciascuno di noi deve diventare protagonista del proprio destino”..
*Carla era nata a Torino nel’29 e con il marito medico e cineoperatore ha realizzato documentari che resteranno nella storia. Grande maestra di yoga ha saputo trasportare i lunghi silenzi e le grandi fatiche affrontati nell’insegnamento. E’ mancata nel febbraio del 2018.
Silvia Trevisan