Diabolik sono io è un docufilm che presenta il più grande mistero legato all’amatissimo ladro mascherato: la scomparsa del disegnatore del primo storico numero Angelo Zarcone. Ideato dalle due sorelle Angelica e Luciana Giussani, Diabolik è ancora oggi uno dei fumetti più amati e più letti in Italia e pubblicato dal 1962 a oggi dalla casa editrice Astorina che ha prodotto il docufilm insieme ad Anthos Produzioni al cinema dall’11 al 13 marzo distribuito da Nexo Digital.
Il Re del Terrore, il primo storico numero di Diabolik fu pubblicato nel novembre del 1962, il personaggio creato dalle due sorelle Angela e Luciana Giussani divenne presto un fenomeno di costume e sociologico. Tutti ne parlavano, tutte le donne sognavano di essere Eva Kant e tutti gli uomini sognavano di indossare il passamontagna e trasformarsi in Diabolik.
Uno dei motivi del suo successo è sicuramente il formato tascabile fortemente voluto dalle sorelle Giussani che s’ispirarono ai pendolari che vedevano avvicendarsi alla stazione Cadorna, non lontana dalla loro abitazione. Ma Diabolik sono io non parla solo delle ragioni del successo di uno dei fumetti italiani più amati, porta sul grande schermo un grandissimo mistero che avvolge il primo numero.
Il disegnatore della prima storia, Antonio Zarcone, scomparse nel nulla qualche giorno dopo aver consegnato alle stampe Il Re del Terrore. Noto con il soprannome del “Tedesco”, la sua storia e la sua scomparsa sono rimaste per molto tempo sconosciute. Le sorelle Giussani che non avevano mai visto il Tedesco in volto pagarono degli investigatori privati per ritrovarlo.
Diabolik e le sorelle Giussani sono molto particolari per il regista Giancarlo Soldi, come ha raccontato alla prima romana e nelle sue note di regia:
“La misteriosa storia del Tedesco è rimasta fino a ogig dimenticata, sarà una storia tra realtà e fantasia, tra Milano e Clerville, utilizzando interviste dell’epoca con le testimonianze di chi c’era e di chi avrebbe voluto esserci”.
Soldi ricalca la possibile scomparsa del Tedesco partendo dalla sua prima tavola ricreata per il film da Giuseppe Palumbo e lo fa interpretare dall’attore Luciano Scarpa:
“Ci siamo sentiti liberi di reinventare la storia dell’uomo che diede le fattezze a Diabolik. Lo stile tiene conto degli ingredienti con cui le Giussani plasmarono la personalità del loro anti eroe. Chiesero al Tedesco che Diabolik assomigliasse a Robert Taylor, ma come mi diceva Hugo Pratt, ogni disegnatore utilizza se stesso come modello e, come abbiamo saputo dalle storie delle sorelle Giussani, puntando sulla novità dell’anti eroe, imbrigliarono i lettori italiani con il loro immaginario, che ci intriga ancora oggi”.
Il regista conosceva le sorelle Giussani e nel docufilm si vedono mentre parlano della loro creatura sorseggiando tè. Per capire l’importanza del fumetto da loro ideato, Soldi intervista anche Marco Gomboli, responsabile da 20 anni di Diabolik; Alfredo Castelli, una delle figure chiavi della storia del fumetto in Italia; Carlo Lucarelli; Tito Faraci, sceneggiatore di fumetti; Milo Manara; i Manetti Brothers ches sono appassionati di fumetti oltre a essere registi premiati col David per Ammore e Malavita.













Il mistero dietro Diabolik Sono Io vi aspetta al cinema dall’11 al 13 marzo distribuito da Nexo Digital.