La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, porta vento e tramontana, viva viva la Befana.
Questa rima la sappiamo tutti e si tramanda da generazioni.
Meno si sa della “vera” storia della Befana. Ecco qualche curiosità:
la Befana è una figura tradizionale molto seguita in Italia meno all’estero. Oggi Coldiretti stima che nel 47% delle case degli Italiani verrà appesa l’ormai classica calza.
Tradizione vuole che la Befana abbia un brutto aspetto, vestita di stracci con i capelli scompigliati, le scarpe rotte e giri per i cieli a cavallo di una scopa magica capace di volare.
Sulle spalle porta un gerlo o un vecchio sacco di iuta che contengono i “doni”.
La vecchietta non è certo generosa, ricca e sorridente come il moderno Babbo Natale. Anzi la sua prerogativa è quella di premiare i bambini che sono stati bravi durante l’anno e “punire” i cattivelli. Ai primi vanno dolcetti e piccoli regali, ai secondi, dovrebbero arrivare carbone e aglio.
La Chiesa di Roma non accettò assolutamente questa tradizione paragonandola ad una manifestazione blasfema e satanica. Ma la nostra Befana non è e non vuol essere una strega! Anche se il suo aspetto può non renderla gradevole.
Molti anni (se non secoli) son passati prima che la Vecchietta fosse accettata dalla religione e inserita nelle tradizioni delle feste natalizie.
D’altra parte anche il Babbo Natale simpatico bonaccione e consolatorio che oggi è il simbolo del Natale stesso non viene da molto lontano. E la sua popolarità globale e travolgente va attribuita ad un’elaborata pubblicità della Coca Cola dei primi decenni del 1900!
Tornando alla Befana il suo “trionfo” è da collocare intorno al 1928, quando il regime fascista introdusse questa festività per rallegrare le classi più disagiate.
Nessun aggancio religioso ma un atto di generosità per i bambini più poveri.
Caduto il regime la presenza della Befana rimase, elaborata e festeggiata in modi diversi lungo tutta la penisola.
L’età avanzata della Vecchietta si rifà a riti antichissimi e simboleggia la fine di un ciclo dell’anno: il solstizio d’inverno ci porta (lentamente) fuori dal vecchio anno e dal periodo del grande buio promettendoci il trionfo della luce e l’allungamento delle giornate.
Quindi la nostra Befana non è altro che la rappresentazione millenaria del cambio di “calendario”.
Oggi a Roma l’Acli cittadina (ore 10) consegna doni a nonni e bimbi dei reparti di geriatria e pediatria del S. Eugenio. Una Befana solidale per i grandi e i piccoli che vivono un momento difficile.
Così la “Vecchina volante” diventa sinonimo di generosità e allegria.
Poi, finito il suo impegnativo giro, usa la scopa magica per decretare la fine del lungo periodo festivo.
Il 7 si torna a scuola e al lavoro.