Festa del cinema di Roma 2018, giorno 1: 7 Sconosciuti a El Royale: Drew Goddard presenta il film

Il regista e Cailee Spaeny all’Auditorium per parlare del noir al cinema il prossimo 25 ottobre.

Jon Hamm in una scena di Bad Times at the El Royale (7 Sconosciuti a El Royale), il film d'apertura della Festa del Cinema di Roma

È iniziata la 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma, presentato oggi 7 Sconosciuti a El Royale, il film d’apertura diretto da Drew Goddard e interpretato fra gli altri anche da Cailee Spaeny. 

7 Sconosciuti a El Royale è un noir diretto da Drew Goddard, il regista di Quella casa nel bosco e l’ideatore della serie TV Daredevil. Un gruppo di sette personaggi si incontrano una notte a El Royale, un hotel fatiscente al confine fra Nevada e California. Il concierge Miles, il venditore di aspirapolveri Laramie, il religioso Padre Flynn, la cantante Darlene Sweet e la giovane Emily, ognuno di loro nasconde un segreto. 

Uno dei protagonisti del film è proprio El Royale, un hotel diviso e condiviso fra due stati:

“Una delle cose che amo di più del cinema è quella di creare mondi e trasportarti in posti che non hai mai visto. Al centro di questo film ci sono però sette persone che passano una notte in hotel e quando abbiamo realizzato questo hotel volevamo che riflettesse questo: il film parla principalmente di dualismo e volevamo che El Royale lo rappresentasse in ogni singolo dettaglio”.

Il sesto personaggio è Rose, la sorella di Emily, una ragazza dolce, ma solo in apparenza:

“Penso che la cosa più importante sia stato aver definito il personaggio di Rose prima con Drew, la vita di Rosa è costellata di morte, ma è bello vedere come il pubblico reagisce a questo, mi chiedono come ho fatto a renderla così, ma secondo me Rose è sempre stata così, è stato molto figo girare quelle scene lì”.

Colpi di scena e verità nascoste sono al centro di 7 Sconosciuti a El Royale, come sono stati costruiti da Goddard, autore anche della sceneggiatura:

“Il cinema per me è una questione d’amore, amo farlo perché adoro i personaggi. Questo film parla di empatia, anche se la struttura sembra complicata alla fine è un film che parla di sette persone e il loro turno di salire alla ribalta e ho lasciato che questo dettasse la storia. Amo quando nei film non si capisce chi è il personaggio”.

Il settimo personaggio è Billy Lee, un Charles Manson con l’addominale scolpito, interpretato da Chris Hemsworth, una nuova collaborazione fra regista e attore:

“È un attore pieno di talento, volevo dimostrare che era in grado di interpretare un personaggio del genere. Sapevo che aveva un lato oscuro in sé e poteva interpretarlo”.

Billy Lee ha plagiato su una spiaggia la dolce Rose, facendo uscire fuori il suo animo più oscuro:

“Per prepararmi al ruolo ho visto film e documentari sulle sette, esistevano e sono ancora attuali e partono dall’idea di come si possano raggirare le persone pure e ho provato ad avvicinare alcuni lati del suo personaggio. Alla fine Rose è una ragazza che s’innamora, ho provato a decifrarla”.

Cailee Spaeny è anche una cantante, ma la voce che si ascolta nel film è quella di Darlene Sweet, interpretata da Cynthia Erivo, il suo personaggio, secondo alcuni punti di vista riflette il movimento #MeToo:

“Ho iniziato a pensare al film 5 anni fa, prima del movimento #MeToo, ma i mali della nostra società esistono da molto tempo: mascolinità tossica, strupri e razzismo, è qualcosa con cui facciamo i conti da più tempo. Stiamo facendo finalmente qualche progresso, ma i mali di oggi sono gli stessi della nostra società negli anni 60”.

Autore della serie TV The Good Place, dopo aver collaborato come sceneggiatore a Lost e Buffy (“JJ Abrams mi ha insegnato a trattare ogni singolo episodio come un film”) Goddard ha lavorato al film e alla serie allo stesso tempo, ma per il regista al centro di entrambi ci sono delle persone che sperano di far del loro meglio. 

Girare in un hotel fatiscente ha presentato qualche difficoltà per Goddard, ma la situazione ha giovato al cast:

“Non sapevo che sarebbe stato così difficile, 7 Sconosciuti a El Royale è ambientato in 12 ore in un hotel e abbiamo dovuto girare in sequenza per via della location. Questo ha aiutato molto il cast a costruire i personaggi, ogni singola decisione aveva delle ripercussioni sul girato e su di loro”.

“Non avrei avuto altri problemi a farlo diversamente, ma è servito a noi attori girare in tempo reale”, aggiunge l’attrice Spaeny.

Girato in pellicola, fra le influenze di 7 Sconosciuti a El Royale c’è anche Sergio Leone e i suoi western:

“Amo gli anni 60 e volevo che il film rievocasse quegli anni, amo la pellicola, la sgranatura e come appaiono gli attori. I colori, poi, sono diversi e volevo girare in panoramica per dare spazio a tutti i sette personaggi”.

La mascolinità tossica è rappresentata dal personaggio di Bruce Lee, ispirato a Charles Manson, sembra che la cinematografia abbia un rinnovato interesse per il leader della famiglia:

“Quando si parla di sette è inevitabile parlare di Charles Manson, ma oggi c’è una mascolinità tossica diffusa, ci sono uomini che si approfittano delle persone deboli e innocenti, Manson rappresentava questo. C’è molto sfruttamento, non è un caso che il suo nome sia tornato alla ribalta”.

Guardando 7 Sconosciuti a El Royale è inevitabile il parallelo con Quentin Tarantino, ma l’autore ha ammesso di essersi ispirato più ai Coen:

“Per qualcuno che è cresciuto negli anni 90, è impossibile scappare dall’influenza di Tarantino. I fratelli Coen per me sono fra i più grandi cineasti contemporanei, non viene dato loro molto credito, ma sono senza paura, forti e pieno di talento. Più che Tarantino, la mia influenza è stato Barton Fink”.

7 Sconosciuti a El Royale deve molto al suo cast, fra i personaggi che funzionano meglio quelli interpretati da Jon Hamm, Lewis Pullman, Cynthia Eviro e Jeff Bridges:

“Non ho pensato molto al casting, ma mi sono concentrato sulla regia. Quando scrivo e quando dirigo penso e mi vesto in modo diverso, non penso né al casting, né alla regia quando scrivo, una volta scritta la parola fine, licenzio lo scrittore e assumo il regista. La cosa che amo di più è vedere prendere vita le storie grazie ai personaggi”.

7 Sconosciuti a El Royale è però un film che dà speranza, diverte pur senza essere molto approfondito:

“Il film per me dà speranza, dà adito alla redenzione. Il film è sull’amore per gli artisti, c’è una cantante al centro della storia: prima lascia il gruppo e poi si esibisce e dice che la sua arte è importante, questo è sempre stato vero, e a cui ho dedicato la mia vita e volevo celebrare l’artista al centro del film”.

7 Sconosciuti a El Royale, il film di apertura della Festa del Cinema di Roma sarà in sala il 25 ottoibre distribuito da 20th Century Fox. Il secondo giorno della Festa del Cinema, invece, verrà l’arrivo della prima grande ospite: Cate Blanchett e dell’atteso nuovo film di Edoardo De Angelis, Il Vizio della Speranza.

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