La grande crisi degli alberghi romani. La pandemia sta letteralmente demolendo un settore strategico per la Città più bella del mondo. I numeri di Federalberghi, non lasciano spazio all’immaginazione. Ad oggi sono aperti 170 su 1.200, le camere occupate sono il 10%. E pensare che la scorsa estate era pieno il 90% dei posti e la maggior parte degli alberghi romani tornerà ad aspettare clienti nel marzo del 2021. Radiocolonna.it ne ha parlato con il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli.
“Con soli 170 alberghi aperti su 1.200, una percentuale di occupazione camere del 10% ed una prospettiva di ripresa oggettivamente non prevedibile prima di marzo prossimo – come per tutte le città d’arte -, oggi le aziende alberghiere di Roma hanno bisogno di ossigeno per sopravvivere. Per non morire, agli hotel serve un’immediata possibilità di accesso alla liquidità tramite finanziamenti anche a fondo perduto che esulino quanto più possibile dalla discrezionalità delle banche”, spiega Roscioli.
“Il cash flow è vicino allo zero, mentre le spese fisse non si fermano – in particolare, ovviamente, per le aziende in affitto: circa il 50% del totale: senza un accesso agevolato alla liquidità la crisi non ucciderà solo gli imprenditori, ma anche l’occupazione del turismo e, a cascata, l’indotto”.
“In gioco”, dice Roscioli, “sul medio termine, non ci sono solo gli hotel, ma l’economia complessiva di Roma. E non solo. In una seconda fase poi, una volta usciti dalla crisi, questo stop dovrebbe essere utilizzato per cambiare il volto turistico della città, trasformandola in una Capitale davvero europea in termini di decoro e servizi e come tale naturalmente capace di attrarre un turismo di qualità”.
Ma come si è comportato finora l’esecutivo? Roscioli dice la sua. “L’esecutivo è stato, come tutti, preso di sorpresa dall’ampiezza e velocità della crisi e costretto in una prima fase a privilegiare unicamente gli aspetti legati alla salute. Ma ora è necessario che accanto a provvedimenti di generico aiuto al settore, ma diretti in realtà ai cittadini e non alle imprese – e tra l’altro di quasi impossibile realizzazione pratica – come il bonus vacanze, chi guida il Paese comprenda che non c’è più tempo: il turismo va salvato subito con interventi finanziari straordinari di sostegno”.