L’acqua di Roma: alle Terme di Diocleziano una mostra dall’antichità ai nostri giorni

Promossa da Acea e organizzata dal Museo Nazionale Romano la rassegna espone reperti che documentano la Capitale “Regina Aquarum” per la grande disponibilità idrica, la presenza di numerose fontane monumentali e soprattutto i suoi circa 2500 nasoni ancora funzionanti

Fino al 31 maggio presso le Terme di Diocleziano è visitabile la mostra: “Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua – Fontane e Nasoni di Roma” a cura di Stéphane Verger, Direttore Museo Nazionale Romano e Vincenzo Lemmo, Archeologo, promossa da ACEA S.p.A. e organizzata dal Museo Nazionale Romano e dal Centro Europeo per il Turismo, con l’obiettivo di far conoscere l’importanza dell’acqua e il suo utilizzo nella città di Roma fin dall’antichità.

 

La suggestione della mostra è amplificata dai grandi ambienti espositivi corrispondenti agli ambienti perfettamente conservati appartenenti al complesso termale più grande nel mondo romano, dove arrivava l’Aqua Marcia, uno dei principali acquedotti della città. Come spiega Stephane Verger: “Nel nostro Museo è possibile ammirare i numerosi reperti legati alla gestione dell’acqua a Roma e nel Lazio, come iscrizioni sulla cura degli impianti idrici, sulla distribuzione dell’acqua e manufatti esposti qui per la prima volta, recuperandoli dai nostri magazzini, e portando avanti il progetto “Depositi (Ri)scoperti” per far conoscere al pubblico il ricco patrimonio archeologico presente.”

L’acqua è fondamentale per l’Urbe, per amplificare il suo splendore e magnificenza grazie alle fontane in marmo negli spazi pubblici e privati. Così vediamo esposte le fontanelle scolpite che in antico erano collocate al centro degli impluvi delle ricche domus, fino ad arrivare alle immagini delle monumentali fontane barocche e moderne.

Di notevole interesse, vediamo in mostra i rubinetti romani in bronzo, alcuni elementi decorativi in bronzo a forma di delfini o gli elementi statuari in marmo dalle sculture di ninfe, alla fontana con il dio latino erote su delfino, fino alle due piccole fontane a forma di lepre. Possente invece, il frammento di cavallo appartenente ad una scultura equestre in bronzo di epoca imperiale, rinvenuto nelle acque dell’isola di ponza. Di notevole impatto anche i grandi mascheroni di fontana del XVI e XVII secolo dalla forte espressività.

Nella mostra è posto l’accento all’incredibile lavoro compiuto da ACEA nella gestione del sistema idrico di Roma che alimenta ogni giorno 50 fontane monumentali e centinaia di fontane più piccole arrivando a oltre 2000 fontane in tutto, più di ogni altra città al mondo. Una panoramica fotografica sulle fontane monumentali di Roma aiuta il visitatore a capire come la storia di una corretta gestione dell’acqua sia estremamente importante non solo per l’uso quotidiano, ma per far vivere e arricchire l’assetto urbanistico e scenografico di molte delle piazze più belle della Capitale.

Come non ricordare le fontanelle tipiche delle nostre strade, “i nasoni”, inseriti nelle vie cittadine dal primo sindaco di Roma Luigi Pianciani con l’assessore Rinazzi nel 1874, affinché ci fosse un uso pubblico e gratuito dell’acqua per i cittadini. Del modello più antico dotato di tre cannelle ornate da teste di drago ne rimangono pochi esemplari, ad esempio in piazza della Rotonda, in via delle Tre Cannelle e in via di San Teodoro, probabilmente l’unico veramente originale e integro. Ad oggi si contano ben 2500 nasoni ancora attivi conferendo a Roma il primato di città con il maggior numero di fontanelle pubbliche e mantenendo così il titolo di “Regina Aquarum”.

ACEA ha compiuto un lavoro di notevole interesse realizzando un archivio storico con 35mila fotografie, 5 mila planimetrie, 14mila volumi digitalizzati e 80 filmati storici che raccontano non solo la storia di un’Azienda nata nel 1909, ma l’evoluzione urbanistica etecnologica di un paese. Questo viaggio nel tempo è ora più coinvolgente grazie alla nascita di “MIA”, il ​Museo Immersivo di Acea con la realizzazione di 12 temi di interesse suddivisi in 12 sale virtuali (https://www.museodigitale.gruppo.acea.it/) dove l’utente può muoversi virtualmente ripercorrendo le tappe di una storia che ancora continua.

 

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