È morto Michel Legrand, addio al grandissimo compositore francese, tre volte premio Oscar. Legrand aveva 86 anni e a dare la notizia il suo rappresentante. La Francia perde il suo più grande compositore dopo la morte, dieci anni fa, di Maurice Jarre. Legrand vinse in carriera anche due Palme d’Oro, un Golden Globe e cinque Grammy.
Legrand ha firmato le colonne sonore di film indimenticabili come Gli ombrelli di Cherbourg, Josephine e i tre per i quali era stato premiato con l’Oscar: Yentl (1984), Quell’estate del 42 (1972) e per la canzone originale Il caso Thomas Crown (1969).
Curioso, intraprendente il compositore francese esplorò numerosi territori “musicali” come il jazz, l’easy listening, per Legrand non esistevano generi e amava citare – come dice Le Monde – una frase di Cocteau: Il tatto dell’audace è di saper andare un po’ più lontano. Ma è nel buio delle sale cinematografiche che la sua arte è stata rappresentata nella forma più eloquente, Legrand firmò più 150 colonne sonore anche se il suo nome è indubbiamente legato ai film magici di Jacques Demy. Grazie a questa collaborazione, Legrand ha potuto giocare con i generi: barocco, romantico, valzer, be-bop, sonorità latine e klezmer.
Nato a Parigi nel 1932, il padre Raymond era un musicista autodidatta che collaborò con Ray Ventura, nel 1948 il padre lascerà la casa di famiglia, qualcosa che Legrand non gli perdonerà mai. A 10 anni entra nel Conservatorio nazionale dove scopre due delle sue passioni: Schubert e il jazz. A 20 anni decide di diventare un musicista di professione e inizia una collaborazione con Henri Salvador e Maurice Chevalier. Grazie a lui nel 1956 sbarca negli USA, dove è già conosciuto, e dove dirigerà fra gli altri John Coltrane, Bill Evans e Miles Davis. Nel 1964, incoraggiato da Brel, registra un album in cui sentiamo la sua voce per la prima volta, poi diventato di culto, Archi-cordes.
Negli anni 50, inizia a collaborare con alcuni registi della nouvelle vague, realizza nel 1960 quella di La donna è donna di Jean-Luc Godard. Firma le musiche di Lola, il primo film di Jacques Demy e la loro terza collaborazione tenterà l’impossibile: realizzare un film musicale in piena nouvelle vague, Gli ombrelli di Cherbourg con Catherine Deneuve e Nino Castelnuovo, la straziante storia d’amore fra Guy e Geneviève vincerà la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1964.
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Un film unico che avrà un notevole successo di pubblico e critica, tanto che Damien Chazelle s’ispirerà a questo e a Josephine per realizzare il suo La La Land. Il tema straziante dell’addio fra Guy e Geneviève viene adattato in inglese con il titolo di I Will Wait For You e sarà cantata anche da Frank Sinatra.
https://www.youtube.com/watch?v=uopjMuYY3F8
Legrand firmerà le altre colonne sonore degli altri film di Demy: Josephine (1968), in cui Catherine Deneuve divide la scena con la sorella Françoise Dorleac insieme a interpretare due gemelle innamorate a Rochefort; Pelle d’asino con sempre Deneuve e Jean Gabin; Lady Oscar, ispirato al manga di Ryoko Ikeda e Trois places pour le 26, un mockmentary sulla vita di Yves Montand.
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Nominato per quattro volte agli Oscar per queste partiture, anche se non vinse l’Oscar per Gli ombrelli di Cherbourg, Hollywood inizia a interessarsi di lui. Realizza la colonna sonora de Il caso Thomas Crown per il quale vinse la statuetta per la canzone originale, The Windmills of Your Mind, una partitura che Legrand realizzò ispirandosi a Mozart. Poi ottenne l’Oscar per Un’estate del 42 film con Barbra Streisand, protagonista anche di Yentl, il secondo Academy Award vinto per la miglior colonna sonora originale per il francese.
Dopo la vittoria, Legrand cade in depressione e al suo rientro in Francia si vede soppiantato dai compositori più giovani e si allontana dal cinema, anche se dirige il suo primo lungometraggio, Cinq jours en juin dedicato alla madre. Realizza moltissime colonne sonore per la TV, fra cui i temi di Siamo fatti così, cartone animato francese amatissimo in Italia. Realizza una commedia musicale nel 2014, e a 82 anni sposa l’amore di tutta la sua vita, l’attrice Macha Méril. Ha lavorato fino all’ultimo e ha avuto un grande rimpianto: non aver mai lavorato con Vicente Minnelli e Judy Garland.