Queen, alla ex Gil un tuffo in un passato che non morirà mai

La band più famosa del mondo vista attraverso gli occhi di Peter Hince, road manager e assistente personale di Mercury

Freddie Mercury è molto più che una mostra. E lo stesso vale per i Queen. Eppure, la mostra Queen Unseen, è quel tuffo in un passato che è anche presente e futuro. In una musica che non ne vuole sapere di morire o, peggio, essere dimenticata. Immagini mai pubblicate di tanti backstage e frangenti privati, pezzi rari dal microfono originale usato dal frontman ai costumi del video di Radio ga ga, filmati preziosi che documentano momenti storici come la nascita di We are the Champions dalle prime prove alla registrazione in studio, ma anche foto e memorabilia, come le bacchette usate da Roger Taylor in alcuni live.

Tutto questo è Queen Unseen, ovvero la band più famosa del mondo vista attraverso gli occhi di Peter Hince, road manager e assistente personale di Mercury. Ratty – come era soprannominato Hince – ha potuto avere accesso, sia professionale che privato, ai momenti salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsody ed è riuscito a fermare nel tempo e rendere eterni con i suoi memorabili scatti.

Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel 1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at the Opera. Peter era la persona responsabile di strumenti e soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della banda sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia di Freddie, Brian, John e Roger. Di quei primi anni purtroppo non esistono fotografie che invece Peter inizia a scattare a partire dal 1977, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio successo mondiale, fino al 1986

I fan di Freddie Mercury e della sua mitica band troveranno insomma pane per i loro denti. Gli spazi di WeGil, l’edificio che negli anni del regime fu la sede della gioventù fascista e che la Regione Lazio ha trasformato in luogo multitasking, accolgono fino al 4 febbraio il racconto del fotografo. E Roma segna una delle tappe italiane del tour della esposizione dopo l’ anteprima in Australia e i passaggi a Torino, Gallipoli e Rimini per proseguire a Milano, Budapest e in altre città europee.

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