Un antico cippo, siglato da due censori e che risale al 54 avanti Cristo quando – a seguito di un’esondazione del fiume Tevere – fu delimitata l’area da non valicare, per non correre rischi, è emerso dagli scavi per la realizzazione del parco di affaccio a Ponte Milvio. Il progetto originale contempla tre accessi: il primo avrà un giardino acquatico, il secondo una spianata naturale con pavimentazione in legno, e il terzo sarà una sorta di piccolo parco archeologico che mostra diverse era di stratificazione della vita urbana attorno al fiume nell’area a nord della Capitale. Il parco d’affaccio si estende su 6,5 ettari, di cui un ettaro di bosco. I lavori sono stati finanziati con un milione di euro e termineranno per il Giubileo, tra dicembre 2024 e gennaio 2025. Il cippo riporta i nomi dei due censori, Lucius Servilius Isauricus e Marcus Valerius Messalla, apposti sui due lati. “Il fiume Tevere è una infrastruttura verde straordinaria, senza il fiume non ci sarebbe stata Roma”, ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri in occasione del sopralluogo di oggi. “La funzione che ha avuto il fiume nell’antichità è stata fondamentale – ha aggiunto -. E far capire ai cittadini, attraverso i reperti riemersi, quella che era la vita urbana e il ruolo dell’infrastruttura ambientale, è importante”. Il cantiere è uno dei cinque aperti a Roma per realizzare parchi di affaccio lungo le banchine del Tevere entro il Giubileo. L’appalto dei parchi d’affaccio giubilari, prevede un investimento complessivo di 7,3 milioni di euro comprensivo degli interventi di manutenzione a carico delle ditte affidatarie per due anni, ed è suddiviso in due lotti.
I cinque parchi che saranno realizzati sono: alla sponda sinistra di Lungotevere Matteotti tra Ponte Risorgimento e Ponte Matteotti; al Foro ltalico, sulla riva destra nell’area golenale compresa tra Ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta; alla confluenza con l’Aniene, tra via del Foro Italico e via dell’Acqua Acetosa; a Ostia antica; a Marconi sullo spazio Tiberis. “Il parco di Ponte Milvio avrà questa particolarità: ci consentirà di recuperare e rendere fruibili reperti archeologici importanti, sepolti dalla vegetazione. Sarà una sorta di museo del fiume. Oltre al cippo si nota quella che probabilmente era la pavimentazione dell’antica via Flaminia”, ha sottolineato il sindaco. Secondo l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi sarà “un’oasi naturalistica attraversabile. Qui erano già previsti tre affacci, su di uno ci sarà un giardino acquatico, il secondo sarà una spianata naturale con pavimenti in legno, la terza doveva essere solo un ingresso ma dopo il ritrovamento sarà una zona di interesse archeologico. Abbiamo l’antica via Flaminia, il cippo imperiale e i sanpietrini del Novecento: tre elementi che fanno vedere l’evoluzione del ruolo del fiume nel tempo in questo punto”. Al sopralluogo hanno partecipato anche il sovrintendente capitolino ai beni culturali, Claudio Parisi Presicce, e il presidente del Municipio Roma XV, Daniele Torquati.