Roma: alla Casina dei Vallati una mostra sull’orrore del nazismo – VIDEO e FOTOGALLERY

Apre oggi nella sede espositiva della Fondazione Museo della Shoah, la mostra "L'inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka" a cura di Marcello Pezzetti.

Sami Modiano, 93 anni, sopravvissuto all'Olocausto, nel corso dell'inaugurazione della mostra "L'inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka", a Roma.

 

Apre oggi a Roma alla Casina dei Vallati, sede espositiva della Fondazione Museo della Shoah, la mostra dedicata agli orrori del nazismo dal titolo “L’inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka” a cura di Marcello Pezzetti.

Attraverso documenti, foto, filmati, interviste e ricostruzioni si racconta l’Olocausto in maniera approfondita, nella sua forma più vera e cruda. L’esposizione mostra tre campi di sterminio nella Polonia occupata dai nazisti, con la sezione multimediale dedicata al campo di Treblinka. All’evento di inaugurazione che si è tenuto ieri sono intervenuti, tra gli altri, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. All’inaugurazione erano presenti anche gli studenti delle scuole romane.

“Pur avendo letto tantissimi libri e ascoltato tante testimonianze, quando siamo stati in quella sala oscura io veramente non reggevo. Noi dobbiamo ribadire con forza l’unicità della Shoah – ha detto il ministro Sangiuliano -. Questo rappresenta il male assoluto e noi abbiamo il dovere di coltivare la storia. In primo luogo, dobbiamo essere esseri umani e dobbiamo allenare le nuove generazioni a combattere il male”, ha concluso. “Si tratta di una mostra di altissimo livello che riesce ad essere scientificamente molto qualificata e al tempo stesso molto profonda – ha detto il sindaco Gualtieri -. La Shoah costituisce il punto più basso della storia dell’umanità e condannarla nella sua unicità serve a esprimere il ricordo alle vittime di quella tragedia e a tutto il popolo ebraico che ha subito il tentativo di sterminio, ma anche a tenere tutta l’umanità in guardia – ha sottolineato -. Ricordare è importantissimo, non solo nella ricorrenza della Giornata della Memoria ma tutto l’anno. Bisogna tenere vivo il ricordo delle tragedie che hanno segnato il secolo scorso e il nostro Paese a partire dalla Shoah, il più grande crimine dell’umanità, anche con iniziative importanti come questa mostra. E’ fondamentale che la memoria venga coltivata per per costruire le difese dell’organismo sociale con una ricostruzione precisa come questa mostra”, ha concluso. Nel percorso i materiali documentano la tragedia, cruda e reale di ciò che è avvenuto: i crimini atroci commessi dai nazisti, l’uccisione di massa e sistematica anche con il gas perpetrati nei tre lager, senza nascondere nulla all’occhio del pubblico e per questo sarà vietato l’ingresso ai bambini.

All’evento ha partecipato anche il presidente Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia. “Noi cerchiamo di aprire la città ai visitatori e daremo un servizio in varie lingue. Ieri c’è stato il collegamento con Edith Bruck e con 155 studenti da tanti istituti”, ha spiegato Venezia. Ospite d’eccezione Sami Modiano, 93 anni, sopravvissuto all’Olocausto che ha raccontato agli studenti la sua storia di deportazione. “Sono un sopravvissuto alla deportazione, avevo 14 anni quando sono stato mandato a Birkenau. Ho perso tutti quanti della mia famiglia ma in realtà ho perso in tutto 2000 persone, ossia quelle che facevano parte della piccola comunità ebraica di Rodi, da cui io provengo – ha ricordato con commozione -. Io rappresento ancora questa comunità. Fino a quando avrò forza e vita trasmetterò ai ragazzi quello che è stato”.

La presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, ha sottolineato che “trasmettere la memoria è un atto di responsabilità di ciascuno di noi. Lavoreremo ancora insieme, aiutati dalle istituzioni alla realizzazione di un Museo della Shoah a Roma che merita di avere un luogo per ricordare, divulgare e esprimente il senso comune di quello che è stato affinché non avvenga mai più”, ha concluso. Infine erano presenti anche l’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar e il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. In particolare, l’ambasciatore ha raccontato che “l’Olocausto ha segnato il punto più buio della storia della mia vita. Vedo con soddisfazione e gratitudine quello che l’Italia sta facendo per coltivare la memoria della Shoah. Il potere delle immagini è il più potente strumento di sensibilizzazione di ciò che è stato, con l’auspicio che non si ripeta mai più”, ha concluso.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014