Come se la passa la cultura a Roma? Ah, magari saperlo. Per esempio, quanti soldi si sono spesi per eventi e rassegne lo scorso anno? E quanti investimenti sono stati programmati? Mistero, almeno per ora, almeno per chi come i comuni cittadini non ha libero accesso ai bilanci delle partecipate del Campidoglio, come Zètema, la società incaricata di promuovere e allestire gli eventi culturali a Roma.
Nella sezione Bilanci di Zètema infatti non c’è ancora traccia del consuntivo 2017, ma solo uno scialbo bilancio preventivo che nulla spiega circa la gestione della partecipata, dallo scorso anno affidata alle cure del presidente Francesca Jacobone e dell’ad Remo Tagliacozzo, dopo il regno ventennale di Albino Ruberti. Tutto insomma è fermo al 2016, i cui conti sono stati rivelati proprio da Radiocolonna.it qualche mese fa.
Quello che ci si aspetta dai numeri del 2017 è più che altro capire se il tanto sbandierato risanamento delle spa capitoline promesso più volte da Virginia Raggi ha cominciato a farsi largo tra i bilanci disastrati di molte società.
Per Zètema le cose però non si sono messe poi così male, almeno a leggere i numeri del 2016, in attesa di quelli del 2017. Si scopre per esempio che il valore della produzione è passato dai 60,4 milioni del 2014 ai 56,8 di due anni fa, passando per i 58 del 2015. Sul terreno sono dunque rimasti circa 4 milioni di ricavi. Anche il margine operativo ha registrato una flessione, visto che nel giro di due anni è calato di oltre 1 milione, dai 5,7 del 2014 ai 4,6 del 2016.
Tutto ciò non ha però impedito a Zètema di rimanere in zona utile. Anzi, a guardare i conti del 2016 della società per la cultura, i profitti sono addirittura aumentati. Se tre anni fa Zètema ha chiuso i conti con un utile di 25 mila euro, nel 2016 è assistito a un balzo di 40 mila euro, portando il totale a 85 mila euro.