Silenzio elettorale e meditazione: una beffa

Tutti zitti? ma per favore non scherziamo! Son vuote le piazze e i palchi. Ma i quotidiani e le allusioni non velate continuano la campagna elettorale

Da oggi scatta il famoso “silenzio elettorale”.

Concepito nel lontano aprile del ’56 come momento di raccoglimento critico/valutativo concesso ai probi cittadini prima del voto. Così, domani, con la mente sgombra da ogni ulteriore (penoso) appello, con la coscienza di operare una scelta per il bene del paese e la mano sicura e orgogliosa la famosa croce (che poi sono un’infinità, questa volta) verrà posta.

Ma questo valeva, forse una volta, quando la famiglia, vestita a festa (dato che sempre di domenica si vota) partiva compita e fiera verso i seggi. Intorno al focolare domestico si era prima molto discusso e ragionato tanto che interi nuclei famigliari sceglievano il medesimo simbolo/nome. Allora il voto era segreto, quasi fosse una legge non scritta e il rivelarlo punibile. Un momento davvero decisivo per il paese e di cui, ogni singolo cittadino, si sentiva direttamente responsabile e garante. C’era poco da scherzare, il futuro del Paese e quindi di tutti gli Italiani dipendevano dalla scelta individuale.

E in quel clima tra il patriottico e il carbonaro crescevano le giovani leve e prossimi “aventi diritto al voto”. Sembra di parlare di altri mondi ormai dissolti nello spazio/tempo.

Oggi, di quell’allora, non resta quasi nulla. Perduto e scaduto l’interesse per la politica (mica per colpa nostra), tolti di mezzo tricolore e foto del presidente in carica dalle scuole e da altri luoghi pubblici (ma per fortuna nostra ancora vividi nell’ufficio del commissario Montalbano…), semidimenticate le parole dell’inno di Mameli, l’Italia finisce dritta dritta nelle mani dei politicanti di turno che se la prendono e gestiscono come meglio credono. In effetti in quest’ultima vergognosa bagarre ’18, di politici veri, non se ne sono quasi visti. Ormai si spacciano per “uomo politico” ogni genere di personaggi. Dal comico sottoimpiegato, all’imprenditore libertino e ora ravveduto, dal giornalista senza scrivania al giovane emigrato che sgrammaticando s’arrampica. La lista è infinita: fra vecchie glorie “pettinate” da decine di inchieste e fanciulli in fiore raccolti lungo la via, una “buona” parola la potremmo mettere proprio per tutti.

Purtroppo con il vecchio adagio: ogni paese ha il governo che si merita, eccoci a domani e poi a un dopo domani che più incerto e grottesco non si può. Da notare che anche il “silenzio elettorale” è andato a farsi friggere! Ogni quotidiano oggi apre, inframmezza e chiude parlando di politica. E si perchè la carta stampata (di qualunque colore) vive e riporta le notizie di ieri. Quindi fra comizi, interviste, previsioni, programmi (ma ne abbiamo visto VERAMENTE almeno uno?) e gigantografie dei contendenti il giornale l’è bello che fatto e la campagna politica continua!. Ma vogliamo scherzare? Qui tra scaldiglie, monnezze varie, inciuci e scaricabarile siamo presi letteralmente per i fondelli.

E’ come se fossimo qui solo per dare la scusa di esistere e di (s)parlare a una qualsivoglia forza politica. Spettatori paganti, udenti e votanti nostro malgrado!

Volevamo parlare del maltempo e del gelicidio, delle autostrade bloccate, dei treni che ancora devono ritornare alla normalità ma, poi lo sconforto nazional/politico ha preso il sopravvento. Scusate.

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