Venezia 75, giorno 2: La Favorita e Roma, le recensioni

Yorgos Lanthimos torna con un nuovo capolavoro, mentre Alfonso Cuarón ci racconta il suo passato

La Favorita, uno dei film che ha rispettato le attese ed è uno dei più belli visti a Venezia 75 è fra i candidati ai Golden Globe

Il secondo giorno del Festival di Venezia è quello di The Favourite, l’ultimo film di Yorgos Lanthimos e che ha forse già vinto il premio per la locandina più bella degli ultimi anni. Presentato anche oggi Roma, ultimo lungometraggio del premio Oscar Alfonso Cuarón. 

La Favorita (The Favourite) ha portato al Lido anche due delle sue tre eccezionali protagoniste: Olivia Colman ed Emma Stone, Coppa Volpi per La La Land. Assente (giustificata) Rachel Weisz, ma le tre donne di Lanthimos sono perfette. Colman, un volto TV amato da pubblico e critica, è la fragile regina Anna, afflitta dalla gotta e manipolata dalla sua dama di corte, Lady Sarah (Weisz), il loro duo viene spezzato dall’arrivo a corte di una terza donna, Abigail (Emma Stone) cugina di Lady Sarah e aspirante nuova dama di corte di sua Maestà.

La regina Anna è timida, goffa e costretta a letto dalla gotta e condivide la sua stanza con 17 conigli, la regnante meno nota degli Stuart è interpretata dalla pazzesca Olivia Colman, attrice di razza ancora poco conosciuta, affiancata da due altre star Rachel Weisz ed Emma Stone. Il greco Yorgos Lanthimos conferma la sua chiave stilistica con quest’altro film, la sua feroce ironia questa volta in costume:

“Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere”.

L’Inghilterra della regina Anna non è così diverse dalle realtà claustrofobiche descritte in The Lobster e in altri film del genio greco, La Favorita si presenta come uno dei film più belli di questo Festival. La Favorita sarà in sala il prossimo 24 gennaio.

Alfonso Cuarón, dopo l’Oscar di Gravity, torna alla regia con un film molto introspettivo e che racconta la sua famiglia e il suo Messico di fine anni 60. Il film più personale del regista messicano  ha per protagonista di Cleo, la domestica di una famiglia messicana della classe media che vive nel quartiere Roma del Distrito Federal. 

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Roma segna il ritorno a casa del figliol prodigo Cuarón, il primo degli Oscar alla miglior regia nato e cresciuto in Messico, dopo Y Tu Mama También, un titolo totalmente diverso, ma sempre girato in chilango, il dialetto che si parla a Ciudad de México:

“È il primo film che giro nel mio Paese natio dai tempi di Y Tu Mamá También e volevo rendere l’esperienza profondamente messicana. È stato emozionante girare un film nella mia lingua madre, lo spagnolo che parliamo è chilango, l’accento che denota che sei di Città dei Messico, è organico e istintivo per me. Volevo poi che la lingua fosse legata al tempo che descrivevo”.

Per buona parte del film, la storia di Roma sembra senza tempo: merito anche della splendida fotografia in bianco e nero curata dallo stesso Cuarón per rimarcare che le storie di Cleo e della famiglia per cui lavora sono molto simili a quella dello stesso Cuarón. Uno dei pochi dettagli temporali è fornito dal massacro di Corpus Cristi, El Halconazo, quando una manifestazione studentesca divenne una carneficina, il 10 giugno del 1971. 

La morte rivive poi in un’altra delle scene più tristi e commuoventi della pellicola. Roma è un bel film, ma un’unica pecca la sua durata eccessiva. Arriverà su Netflix a partire da dicembre.

 

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