Atac, se Virginia Raggi chiude (di nuovo) ai privati

"Deve essere gestita dal pubblico, ognuno faccia ordine a casa sua". Intanto arrivano mille parcometri "intelligenti"

Atac è pubblica e tale deve rimanere. Il sindaco di Roma Virginia Raggi torna a blindare l’azienda dei trasporti, che vive settimane di ansia in attesa di capire se il concordato andrà davvero a buon fine o meno. Il fatto è che se le cose dovessero mettersi male, ci sarebbero partner industriali pronti a entrare nel capitale Atac, con possibile perdita della sua natura pubblica. Ma, almeno finché la Raggi sarà a Palazzo Senatorio, questo non avverrà. Il sindaco è intervenuto in occasione della presentazione di 1000 nuovi parcometri Atac. “Questo è un altro piccolo passo per il risanamento di Atac, che deve rimanere pubblica”. Raggi si è soffermata poi sul referendum per chiedere una parziale privatizzazione del servizio.

“Noi ci siamo proposti alle elezioni del 2016 con l’idea di far rimanere Atac pubblica e comunale. Entrambe le parole sono importanti. Atac deve essere gestita dal pubblico locale, ovvero il Comune, e non da un pubblico di rango più elevato. Questo vale anche per Fs. Cautela, ognuno si guardi in casa e ognuno faccia ordine in casa sua. Ricordo che durante la nevicata, Atac ha risposto benissimo mentre i problemi ci sono stati sulla rete nazionale. Inoltre noi oggi non possiamo chiudere l’anello ferroviario perché qualcuno si è scordato di verificare bene le carte”.

Quanto alla nuova iniziativa presentata oggi, “Atac riparte puntando sull’innovazione a vantaggio dei clienti e dell’efficienza”, si legge in una nota di Via Prenestina. “L’azienda ha presentato quattro nuovi prodotti che rappresentano un altro passo concreto nell’attuazione del  piano industriale, dove si prevede di migliorare gli esistenti canali di vendita e aprirne di nuovi, in particolare anche attraverso lo sviluppo di sistemi di pagamento più facili da utilizzare e vicini al cliente. La nuova offerta di Atac spazia dall’acquisto multiplo di BIT tramite smartphone al pagamento della sosta tramite carta di credito, fino alle innovative chip on paper ricaricabili e al nuovissimo portale dei vantaggi, con offerte riservate agli abbonati”.

Nel dettaglio, è iniziato il potenziamento di circa 1.000 nuovi parcometri, sui 2.500 esistenti, che consentirà nello spazio di pochi mesi di trasformare queste apparecchiature in strumenti multifunzionali di ricarica e di pagamento. Sarà possibile pagare la sosta, compresi gli abbonamenti mensili della sosta da 70 euro, ma anche le sanzioni per il trasporto pubblico elevate da Atac. Soprattutto, sarà possibile ricaricare le card Atac acquistando titoli di viaggio.

“Ciò consentirà all’azienda di aumentare significativamente i propri punti ricarica, arrivando a un sostanziale raddoppio, dagli attuali 1.200 a 2.200. Nella prima fase, che si avvia da domani e sarà completata entro un mese, si potrà effettuare il pagamento della sosta inserendo il numero di targa e non sarà più necessario tornare nell’auto per esporre il tagliando. Con i nuovi parcometri sarà anche possibile gestire la sosta da un qualsiasi altro parcometro Pay&Go sul territorio per riattivare il tempo di sosta scaduto. Inoltre sarà possibile effettuare il pagamento anche con carta di credito e carta prepagata. Una notevole semplificazione per il cittadino. La seconda fase dell’upgrade, che vedrà l’attivazione di tutti gli altri servizi, (acquisto degli abbonamenti per la sosta, pagamento sanzioni del trasporto e ricarica card Atac) avverrà nel corso del 2018”.

Intanto inizia una settimana decisiva per Atac e il trasporto pubblico romano: i dipendenti dell’azienda comunale sono in mobilitazione e i sindacati hanno avviato le procedure per arrivare allo sciopero generale entro i prossimi venti giorni, a meno che i vertici aziendali, o il Campidoglio, non corrano ai ripari. Eventualità che al momento appare ancora lontana. I lavoratori accusano infatti l’azienda di non rispettare le clausole sulla gestione del lavoro decise dall’accordo del 27 novembre, firmato subito dopo l’avvio delle procedure in tribunale del piano concordato per evitare il fallimento per il maxidebito da 1,2 miliardi e la messa in liquidazione dell’azienda.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014