Ma che Natale vivremo fra pochi giorni? Ce lo chiediamo tutti ma per il momento non esistono risposte.
Dobbiamo, comunque, aspettare il 3 dicembre e il nuovo Dpcm costruito sugli ultimi dati dell’andamento dei contagi. In quell’occasione conosceremo i limiti, le regole, le aperture e quanto altro può girare intorno all’appuntamento più importante dell’anno.
Certo la sensazione è quella di dover ridimensionare le nostre aspettative.
Già da questi giorni è evidente una differenza profonda con i Natali precedenti: pochissimi addobbi, vetrine con allestimenti minimi, luci inesistenti e quasi zero shopper al braccio delle persone. E’ ben vero che c’è ancora tempo ma è palpabile una sensazione di distacco e di sfiducia per le feste che verranno.
Tira un’aria grigia che tocca vari e fondamentali punti: soldi, allegria, aspettative, salute. Ne nasce un mix morbosamente distruttivo che si deposita in fondo ai nostri entusiasmi e che ci toglie le già scarse fantasie. Sappiamo che, intorno al tavolo, potremo essere in pochi, ben distanziati e con la mascherina, senza brindisi e senza assaggi passati di piatto in piatto.
Ma senza i nostri entusiasmi e allegrie anche il commercio non potrà che risentirne tanto che già si parla, numeri alla mano, di un Natale ROSSO COVID. Se poi si andasse incontro ad un lockdown generale, il buco potrebbe sfiorare la cifra di 1,5 miliardi (Codacons) con consumi in calo a 8,55 miliardi di euro (-14,5%).
Ne andrebbero di mezzo tutte le vacanze, gli spostamenti all’interno della penisola, molti acquisti dedicati alla tavola, alle decorazioni ed anche ai regali.
Intanto è confermato il blocco dei mercatini di Natale e dei presepi viventi.
C’è chi, a questo punto, invoca in nome del Bambinello e della autonomia individuale uno spiraglio di totale apertura tanto da permettere di consumare, in completa libertà e condivisione, il taglio del panettone.
Ma come recita il detto: “fidarsi è bene e non fidarsi è meglio” viene spontaneo mettere un punto di domanda sul rigore e i comportamenti che si potrebbero verificare.
Non dimentichiamo che il dramma sanitario odierno discende, in gran parte, dal “liberi tutti” delle vacanze estive, dalle discoteche a palla e dai grossi raduni.
Sicuramente sarà un Natale diverso, senza tanti orpelli e con strascichi di tristezza e solitudine. Ma il momento che ci è toccato in sorte ha stravolto, fin nel più profondo, tutto il panorama conosciuto e di questa realtà dobbiamo farcene una ragione e condividere con le Istituzioni le scelte, oggi terapeutiche, ma che continuiamo a voler definire antiliberiste.
Intanto il presidente ISS Brusaferro dichiara “Non sappiamo cosa succederà a Natale, dipenderà dai nostri comportamenti”.