Acqua, la soluzione alla crisi non salva la Raggi

Niente decreto, Regione e governo trovano l'accordo. Acea potrà continuare a prelevare da Bracciano ma in minori quantità. Comune fuori dalla partita

 

Meno acqua ma almeno verrà evitato il tanto temuto razionamento, frutto di una crisi idrica come non si è mai vista. Ma non ci sarà il paventato decreto, bensì un semplice accordo tra la Regione Lazio e il ministero dell’Ambiente. L’intesa, raggiunta nella serata di ieri, prevede che Acea possa continuare a prelevare acqua da Bracciano, ma solo 400 litri al secondo al posto dei 900 attuali. In pratica l’accordo sospende il provvedimento della Regione con cui, da ieri, sarebbe stato imposto lo stop a qualsiasi prelievo di acqua.

Nel dettaglio, Acea potrà continuare a prelevare acqua dal lago di Bracciano agonizzante, a un ritmo di 400 litri al secondo fino al 10 agosto e 200 litri al secondo dall’11 agosto, fino allo stop totale il primo settembre. E’ sottinteso che per il mese di agosto siano attese piogge in grado di ripristinare la situazione.

L’accordo in extremis porta la paternità del responsabile dell’Ambiente Gianluca Galletti e del governatore della Regione, Nicola Zingaretti. “Insieme al presidente Zingaretti che ringrazio, abbiamo scongiurato un disagio per centinaia di migliaia di cittadini romani e soprattutto abbiamo scongiurato che Roma facesse una pessima figura internazionale”, ha detto Galletti. “E’ chiaro che questo che stiamo prendendo è un provvedimento tampone – ha aggiunto il titolare del ministero dell’Ambiente – qui bisogna che il Comune di Roma ed Acea facciano il loro mestiere, che è quello di fare la manutenzione delle reti e le nuove infrastrutture”.

Ma attenzione, perchè la crisi idrica ha di nuovo fatto salire la tensione tra Campidoglio e Regione, i cui rapporti sono da mesi ai minimi. Zingaretti ha duramente attaccato la Raggi (che nel pomeriggio aveva sbottato invocando l’aiuto del governo). “Ho letto le sue dichiarazioni e anche in questa occasione ha confermato di essere troppo abituata a scaricare le responsabilità sugli altri e non assumersi le proprie. Attenzione, se si continua così Roma rischia di morire”.

Di certo, se la crisi è scongiurata, almeno per ora, c’è da farsi una domanda: a quando una vera politica di ammodernamento delle infrastrutture idriche? Spetterà ad Acea farlo e soprattutto al suo azionista Campidoglio.

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