Aspettando il voto, i rebus delle imprese romane

Inflazione e caro energia sono problemi su cui gli imprenditori si aspettano risposte. A prescindere dal colore del prossimo governo

A 48 ore dal voto per le imprese romane è tempo di chiarezza. Qualunque governo esca dalle urne di domenica, dovrà dare risposte concrete ai problemi legati all’energia e all’inflazione. Di questo, come risulta a Radiocolonna.it, sono preoccupati gli imprenditori capitolini. Non si può continuare a pagare il gas tre volte tanto, il rischio è mandare in malora l’intera ripresa post-pandemica. E allora, ecco che dagli umori dei titolari di aziende, piccole o grandi che siano, emerge tutta la fretta di assistere a una svolta, non importa se la guerra ci metterà molto a fermarsi.

A Roma l’inflazione viaggia al 7,5%, ai massimi storici. Proprio in questi giorni il Codacons ha raffrontato il costo della vita in diverse città.Ad esempio, un chilo di pane a Venezia costa 5,83 euro, mentre a Napoli 2,16 euro. Torino è la città dove si spende di più per il latte (1,81 euro al litro), mentre il prezzo più basso lo troviamo a Venezia (1,24 euro). Cagliari, invece, è al primo posto per il costo della pasta (2,25 euro al kg), mentre Bologna è la città dove è più cara la carne rossa (22,53 euro al kg). Secondo Assoutenti, c’è bisogno di un intervento urgente per tagliare l’Iva sui beni di prima necessità, a partire dai prodotti alimentari.

Nella Capitale poi l’inflazione impatta sulle case: l’aumento è il maggiore dal 2011 (+11,8%), mentre Milano segna un balzo 16,9%, dopo aumenti ancora maggiori nel 2020. A Torino, invece, i prezzi aumentano, ma con una variazione che decelera, passando dall’aumento del 3,8% su base annua di inizio anno all’attuale 1%.

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