Assobalneari: la Bolkestein è un danno per l’economia

Intervista al presidente di Assobalneari che chiede nel breve termine una proroga stile Spagna e Portogallo

La lunga estate calda delle spiagge italiane. La direttiva Bolkestein continua a tenere banco tra gli imprenditori del mare, reduci da un ciclo di audizioni alla Camera sulla legge delega con cui recepire la normativa europea che mette a gara le concessioni demaniali. Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, fa il punto della situazione sottolineando come la tensione tra balneari e governo sia ancora alta.

Presidente, a che punto siamo?

Abbiamo fatto delle audizioni nelle settimane scorse, ma abbiamo avuto la sensazione che qualcuno avesse fretta nella maggioranza. Ne abbiamo chieste altre ma non ci è stato risposto…

Che cosa volete?

E’ molto semplice, lo stralcio della normativa. Ma nel breve termine una proroga di 30 anni, come accade in altri Paesi.

Si spieghi meglio…

Si tratta di una situazione oramai chiara: Spagna e Portogallo hanno concesso proroghe fino a settantacinque anni e non è stata aperta nessuna infrazione da parte dell’Unione europea. Chiediamo che anche l’Italia prosegua su questa strada.

Dunque ci sono casi concreti che dimostrano un’applicazione differente della Bolkestein?

Altrochè! Per il contesto portoghese viene identificata la scelta politica di garantire alle aziende un periodo lungo che assicuri ai titolari di concessione il cosiddetto diritto di preferenza. Per la Spagna si parla invece di certezza giuridica nei rapporti di concessione e nel regolamento attuativo della legge che ha previsto una proroga fino a settantacinque anni, è stato anche introdotto il rafforzativo della preferenza per il concessionario uscente in caso di domanda di rinnovo.

Volete parità di trattamento…

Questo è quello che chiediamo: ossia che si scelga politicamente di procedere ad una proroga di trent’anni per garantire certezza agli operatori italiani che comunque in qualsiasi caso devono avere un diritto a poter continuare a svolgere l’ attività che nel tempo hanno creato.

Cosa c’è che non va nella Bolkestein?

Le sembra normale che sia lo Stato o peggio, un tribunale, a decidere quando deve chiudere un’impresa? Noi siamo imprenditori e decide il libero mercato quando finisce un’impresa. Se si fallisce, per esempio, allora va bene. Ma non possono deciderlo terzi, non esiste un caso al mondo. E poi…

Poi?

Se io so che la mia concessione scade tra 5 anni, smetto di curarmi della spiaggia, non compro più le attrezzature, non investo più? E i fornitori non lavorano. Lei comprerebbe i mobili per una casa che sa dover lasciare a breve? Questa direttiva è un danno all’economia.

E ora che farete?

Manterremo alta la tensione coi parlamentari che ci seguono e condividono la nostra causa. Presenteremo un emendamento abrogativo della norma.

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