Atac, 330 mila euro tra concordato e Antitrust

A tanto ammonta l'esborso per gli incarichi agli studi legali sul fronte della procedura di concordato e del ricorso contro la maximulta

Un bus Atac

Più o meno 270 mila euro. Tanto spenderà Atac per assicurarsi la consulenza legale nell’ambito della gestione della propria crisi e della procedura di concordato preventivo, che proprio due giorni fa ha incassato il primo sì del Tribunale. Il dato emerse dall’elenco delle consulenze affidate da Atac sui vari fronti che riguardano da municipalizzata, dalle varie cause pendenti, al piano industriale fino a per l’appunto, il concordato.

“Assistenza e supporto al vertice aziendale nella soluzione della crisi di impresa,
finalizzata alla presentazione della domanda di concordato preventivo, ovvero altra procedura concorsuale ritenuta idonea”, si legge nel riquadro che ospita la ragione dell’incarico allo studio legale.  Altri 60 mila euro poi verranno spesi per ricorrere dinnanzi al Tar contro la maxi-multa (3,6 milioni) comminata dall’Antitrust lo scorso mesi di agosto.

Intanto, come detto, il Tribunale ha accolto la domanda di concordato preventivo presentata da Atac lo scorso 18 settembre 2017. A partire da oggi la municipalizzata ha 60 giorni di tempo, con scadenza il 27 novembre 2017, per presentare la proposta definitiva corredata dal Piano industriale e degli ulteriori documenti previsti dalla legge. “Con l’accoglimento della domanda” scrive l’azienda in una nota “la Società può riprendere la piena operatività aziendale, nel rispetto dei criteri di amministrazione ordinaria e straordinaria definiti dalla Procedura”.

Per seguire l’iter, sono stati nominati dei commissari: il professor Raffaele Lener, docente di diritto commerciale all’università Luiss, Giuseppe Sancetta, professore ordinatio di economia e gestione delle imprese alla Sapienza e l’avvocato Luca Gratteri.

 

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