Atac, i giorni dell’attesa. Sul concordato c’è da lavorare

Sindacati preoccuoati mentre lo staff di Simioni lavora ai miglioramenti del piano chiesti dal giudici

La situazione di Atac si potrebbe riassumere più o meno in questo modo. Un passo in avanti verso il concordato col rischio però di fermarsi lì, a poche centinaia di metri dal traguardo. Il tribunale di Roma sta puntellando il piano di rilancio di Atac, facendo annotazioni e appunti. Ovvero chiedendo specifiche integrazioni, prima del 30 maggio. Qualora non arrivassero, niente timbro sul salvataggio con conseguenze inimmaginabili.

Lo staf del numero uno di Via Prenestina, Paolo Simioni, è al lavoro per colmare le lacune del piano Atac. Perché i giudici non hanno ancora ben capito come e in che tempi Atac punta a recuperare efficicienza e redditività strutturale. In altre parole, nel breve termine la strategia può reggere e portare Atac fuori dalle secche, ma poi? Con un orizzonte temporale più ampio?

Lo sanno al Campidoglio, tanto da mettere a punto un piano B, e lo sanno i sindacati. Questi ultimi non sono certo tranquilli in questi giorni. Se le integrazioni non soddisferanno i giudici, saranno dolori. In fondo però, non resta che aspettare.

Intanto, come riportato oggi dal Fatto quotidianoAtac ha rimborsato 55 milioni di euro alle banche il giorno prima che il cda votasse il via libera alla presentazione della domanda di concordato preventivo. “Senza che la restituzione sia stata effettuata a fronte di nuove linee di credito”. Tanto che il Collegio del Tribunale fallimentare di Roma, incaricato di esaminare il piano presentato dalla società capitolina dei trasporti, rileva “la possibile illiceità” degli atti compiuti dai vertici aziendali nei giorni immediatamente precedenti all’avvio delle procedure. E evoca la “possibile revocabilità di tali pagamenti, essendo i destinatari certamente solvibili”. Tradotto: i giudici potrebbero decidere di chiedere agli istituti di credito di restituire la quota incassata, riportando la situazione economica alla data del 31 agosto, quando – come risulta ai giudici dalla relazione attestativa, pagina 327 – è avvenuto il maxi-rimborso.

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