Atac, il Campidoglio studia il paracadute sul salvataggio

Potrebbe essere necessario rinviare il rimborso del debito al Campidoglio e ridurre le sanzioni sui disservizi Atac

Il Campidoglio prepara il piano B sul salvataggio di Atac. Troppi i dubbi del tribunale fallimentare, che pochi giorni fa ha dato un primo sì di massima al piano di rilancio dell’azienda guidata da Paolo Simioni. Ma ci sono, ricorda il Messaggero, ancora parecchi buchi neri che potrebbero portare a “profili di inammissibilità”.

Di qui la necessità di trovare correttivi in corsa per non avere brutte sorprese. Per esempio, potrebbe essere necessario rinviare il rimborso del debito che Atac detiene nei confronti del Comune di Roma. Le ipotesi allo studio del Campidoglio vorrebbero una priorità al rimborso dei bond di tipo B agli altri creditori per poi passare al macigno del debito con il Campidoglio, che poi è il grosso dell’esposizione. Inoltre, ci sarebbero allo studio ritocchi alle sanzioni sui disservizi di Atac, al fine di non svuotare le casse aziendali ora che la redditività sembra finalmente fare capolino.

Anche perchè i giudici rimproverano ad Atac approssimazioni e inadeguatezze del piano sottoscritto da Carlo Felice Giampaolino. Non solo il concordato preventivo sottoposto ai giudici — e passato al vaglio dei pm con osservazioni e prescrizioni — appare qui e là «inidoneo» ma risulta anche approssimativo sotto alcuni profili tecnici. Per esempio non contempla l’ipotesi di un insuccesso della procedura e dà per scontato che, con la messa in liquidazione aziendale, precipiti anche il valore degli asset. Sbagliato, dicono i giudici: la liquidazione atomistica di Atac sarebbe scongiurata dal fatto che il servizio verrebbe garantito anche sotto il controllo dell’autorità giudiziaria. Dunque sarebbe stato più corretto stimare i beni sia in un caso (successo) che nell’altro (fallimento).

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